Visto il film di Paola Cortellesi, che apprezzo moltissimo, perché dopo anni di crisi del cinema italiano lo rilancia e ne fa un nuovo modello interpretativo, un punto di vista tutto al femminile, della nostra società e cultura maschilista attuale. Non sono bastati i diritti conquistati negli anni '70, Divorzio, Aborto, nuovo Diritto paritario di famiglia, per non dire dell'abrogazione dal codice penale, del Delitto d'Onore, (assolveva il marito dall'assassinio della moglie adultera), per segnare un nuovo salto emancipatorio della donna italiana. C'è chi vuole abrogarli di fatto e tornare indietro.
Oggi possiamo dire che il successo del film, non solo di botteghino, ma anche come termometro di una nuova presa di coscienza nazionale, testimonia che c'è ancora tanta strada da fare, per difendere quelli già conquistati e quelli nuovi legati alla sicurezza personale di chi le vuole esercitare in libertà.
Il messaggio del film, con i suoi toni tipici del neorealismo, ma anche della commedia all'italiana (due colonne dell'alta tradizione del Cinema Italiano), si racchiude nelle scene finali, quando, dopo aver fatto credere che la via d'uscita da quella condizione oppressiva di moglie possesso del marito fosse la fuga amorosa, ma illusoria con un altro uomo (correndo il rischio di ritrovarsi punto e a capo come la figlia con il fidanzatino amoroso ma in prospettiva carceriere), rivela a tutti, spettatori uomini e donne, che la via per uscire davvero è la partecipazione politica (il diritto al voto per la prima volta alle donne (dono della lotta di Liberazione dal fascismo) come forma liberatrice ed emancipatrice e che ridà la parola (almeno quella) agli oppressi, tutti, donne innanzi tutto, ma anche uomini.
Brava Paola, bravi tutti per aver fatto un film coraggioso, specialmente nel momento attuale e ridato dignità alla lotta politica per l'emancipazione femminile, fuori da qualsiasi stereotipo intimista, sentimentalista o antagonista fine a se stesso. Le donne assassinate nei continui ed interrotti femminicidi e violenze mi sembrano delle martiri di una nuova guerra di Resistenza contro l'oppressione, questa volta patriarcale e machista, una nuova lotta di liberazione per l'indipendenza e l'autonomia della donna.
Giuseppe Coluccia