Uscito da qualche giorno e a breve nelle librerie l’ultimo lavoro di ricerca di Elyangela Giannoni, un piccolo saggio sui modi di dire elbani tra Ottocento e Novecento.
«Come l’olio nel lume» è una delle similitudini più efficaci che ricorrono nel parlare elbano del secolo scorso. Una persona poteva dire ad un’altra, ad esempio: «Il rimedio che mi hai portato ha fatto come l’olio nel lume!». L’immagine dell’olio che è stato versato nella lampada al momento giusto. Questo detto rivela lo spirito di fraternità e il suo valore nella vita sociale; non solo, esso esprime anche la gratitudine spontanea che nasceva nel cuore e usciva dalla bocca delle persone, perché esse sapevano apprezzare ciò che veniva in loro aiuto. Nelle difficoltà nessuno si sentiva solo, perché c’era la comunità a sorreggerlo.
Da trent’anni raccolgo detti, proverbi, similitudini, metafore, canzonature, rime, appellativi e soprannomi elbani, soprattutto dei comuni di Campo e di Rio. Quando sono da sola e non parlo con nessuno, penso nel dialetto dei luoghi dove sono cresciuta.
Dare una forma a tanto materiale non è stato possibile per me finché non ho avuto chiaro l’obiettivo di questa, più che ricerca, raccolta.
Quello che ora mi interessa è rendermi conto del modo di pensare della gente elbana del secolo in cui si sono svolti cinquantatré anni della mia vita. Ho iniziato perciò dalle parole per risalire non solo ai loro significati nel tempo, ma ai ragionamenti in cui le parole si intrecciano, si accoppiano e si separano.
Il secondo obiettivo è stato per me riportare alla luce la vita che si sente scorrere nel linguaggio popolare, nella sua immediatezza e nella sua espressività. Questo obiettivo nasce da un interesse non morale e storico come nel primo caso, ma estetico e stilistico.
Queste pagine sono un tentativo di delineare i caratteri della morale familiare elbana, fondata sulle tradizioni e al tempo stesso schietta e interiormente libera.
Secondo quanto ho potuto osservare, l’elbano è stato rispettoso delle istituzioni ma ha lasciato per sé, sotto sotto, una sorta di autonomia, con la naturalezza di chi si fida della sua esperienza e della sua capacità di distinguere. «I consigli li ascolto tutti ma il mio ‘un lo lascio mai», diceva mia zia.
ELYANGELA GIANNONI - nata alla fine del 1946 da genitori elbani, ha abitato fino ai diciotto anni a Marina di Campo, paese della madre, con periodici soggiorni a Rio Marina, paese del padre. Ha studiato a Firenze laureandosi in letteratura latina nel 1971. È stata insegnante di materie letterarie nelle scuole secondarie inferiori di Marciana Marina, Rio e Portoferraio, interrompendo il servizio per la grave malattia del marito, Sergio Brustolin, uno degli ottici di Portoferraio, originario della provincia di Treviso, morto nel luglio del 1993.
Ha due figlie e tre nipoti: Daniel, Lorenzo e Sara.
Nel 2003, grazie a Gabriella Volpini, è entrata nel gruppo di yoga del Maestro Stace e ha praticato per circa quindici anni, ricevendo un grande insegnamento morale e spirituale, oltre che fisico.
Ha partecipato a iniziative per migliorare le condizioni di animali abbandonati insieme a Donatella Lorussi e Fulvia Della Santina, come collaboratrici delle attività di Andrea Tozzi e Francesca Vidonis. Attualmente vive nella periferia di Portoferraio, in un ambiente umano pacifico e solidale. Ha pubblicato con questa Casa Editrice due piccoli saggi: Appunti di storia e geografia del sacro, (2023) e Connessione, (2024).