Alvaro Claudi noto chef, insegnante, scrittore e storico studioso della gastronomia, ha anche un meno conosciuto filo rosso che attraversa e lega le sue diverse attività: il filo rosso del volontariato.
Si mangia infatti - o si dovrebbe poter mangiare - anche nelle emergenze, spesso utilizzando quel che c'è, ed è così che professionalità come quelle di Claudi si sono rese disponibili a dare una mano in numerose occasioni, dal terremoto del Friuli del 76 alla Missione Arcobaleno in Kossovo del 1999 (chiamato a rimediare ad errori di impostazione negli aiuti alimentari), dai terremoti in Molise e dell'Aquila (2002 - 2009), sempre come responsabile del vettovagliamento, fino al teatro di guerra di Baghdad nel 2003-2004, inquadrato nell'8° contingente della Croce Rossa Italiana, con il grado di Capitano.
Ed è proprio in questi giorni che ricorre il 20° anniversario di quel viaggio e di quella permanenza (27 dicembre 2003- 14 febbraio 2004, pochi mesi dopo l'invasione USA del Paese) al 6° piano del Medical City Hospital, prendendosi cura, prevalentemente, dell'alimentazione delle circa 40 persone del contingente sanitario della CRI nel quadro della missione umanitaria del Governo Italiano.
Degno di nota il contesto nel quale Alvaro Claudi recuperò le materie prime necessarie alla cena del 31 dicembre, accompagnato da un'auto anonima con autista armato (onde evitare possibili rapimenti e richiesta di riscatto) fino al quartiere che aveva visto prima della guerra una forte presenza italiana, compresa quella dei maestri scalpellini di Massa Carrara che stavano per l'appunto erigendo una moschea (non più terminata) con il marmo delle Apuane.
CR