Qualche giorno fa sono passata dalla sala della Gran Guardia a Portoferraio per visitare la mostra di Fiona Buttigieg. Io non ho le competenze né titoli per dare un giudizio tecnico sul suo operato, però sono stata abituata sin da piccolissima – mio padre era insegnante di applicazioni tecniche ed amante dell’arte pittorica - a “bazzicare” le cose artistiche. Poi ho sposato un uomo che ha coniugato il suo mestiere di fotografo con la passione del mare, negli anni mi sono avvicinata alla fotografia subacquea e allora la mostra della signora Fiona mi è piaciuta molto, mi è piaciuta la sua sperimentazione nell’apporre fiori, foglie ed oggetti sul supporto fotografico.
Mi ha richiamato subito le iconografiche atmosfere giapponesi. Mi ha ricordato le piccole sete dipinte con i paesaggini avvolti nella nebbia delle montagne nipponiche, dove si intravede il piccolo uomo che cammina metaforicamente verso la vetta della montagna.
Mi sono portata a casa per guardarlo con più calma il catalogo Ipotesi dell’Officina Fotografica Elbana. Dei cinque fotografi, tra cui la stessa Buttigieg, conoscevo solo l’operato di Angela Galli e di Alessandro Beneforti, degli altri Marco Barretta e Andrea Lunghi non avevo mai avuto modo di apprezzarne l’operato. Per quanto possa valere il mio giudizio, penso che queste cinque ipotesi siano molto interessanti, di un livello artistico importante, basta leggere la lunga lista delle loro partecipazioni a mostre, e questo mi ha portato ad una riflessione/ricordo.
Sino a non molti anni fa chi voleva “fare qualcosa” in campo artistico era costretto ad uscire da questo scoglio. Poi sono nati gruppi come il Gruppo Artisti Elbani, con in maestro Domenici ed altri, o gli Amici di Procchio con Beppe Lieto e poi il Museo laboratorio di Italo Bolano ed anche l’associazione di piccoli artigiani, di cui facevo parte anch’io, che già al momento della sua creazione poneva l’idea del fare Arte Insieme.
Ecco, l’Officina Fotografica mi ha riportato indietro di un po’ d’anni ed il fatto che artisti elbani- ed intendo persone che anche se non sono nate qui comunque ci vivono- trovino in questa terra spunto continuo per la propria creatività non può che far piacere.
Da qualche anno anche qui si sente il bisogno di cultura e di arte al di fuori della sola stagione estiva, si sente la voglia degli elbani di uscire di casa, distrarsi, spegnere la tele e partecipare, fare gruppo e stare insieme. Mi vengono in mente tanto per fare un esempio, le divertenti compagnie teatrali locali che calcano da anni i palcoscenici del territorio con commedie senza pretese ma che fotografano affettuosamente la società della nostra provincia.
Tutte queste iniziative certamente non portano arrichimento monetario a chi vi partecipa, ma molto altro e un ben più importante arricchimento e crescita dei rapporti interpersonali e dello spirito, ed è bene che questi gruppi crescano, trovino incoraggiamento e sempre nuova forza.
Maristella Giulianetti