Immediatamente dietro la piscina comunale di Portoferraio è il primo bastione degli Spagnoli.
Il primo bastione degli Spagnoli fa parte delle opere aggiuntive, dette anche “avanzate” del fronte di attacco verso terra delle fortezze mediceo-lorenesi.
Costituiva la parte nord di queste fortificazioni “avanzate” con funzione di cavaliere cioè di opera fortificata bastionata alta, costruita a cavaliere sopra la batteria di cannoni del bastione di Santa Fine e sopra la batteria di cannoni del bastione delle Fornaci senza interferire con la capacità di fuoco di entrambe le batterie. Le “avanzate” sono così chiamate in gergo militare in quanto opere di difesa poste verso il nemico in posizione avanzata rispetto alla linea di difesa bastionata retrostante medicea buontalentiana del fronte di attacco di terra, di cui fanno parte.
Avevano una funzione militare sussidiaria importantissima nella difesa da un attacco nemico da terra. Sorte in epoca successiva a quella medicea quale adeguamento necessario del sistema difensivo ai mezzi di offesa che si erano evoluti in particolare le artiglierie che si erano potenziate.
Davanti alle “avanzate“ era solo il fosso del Ponticello che le divideva dal nemico assediante dalla parte di terra.
Il bastione delle Fornaci ed il fosso del Ponticello non esistono più.
Il primo bastione degli Spagnoli e il bastione di Santa Fine sono invece fortificazioni avanzate ancora oggi esistenti (non sottoposte a vincoli militari).
Se restaurate, recuperate e valorizzate aprendole al pubblico con un riuso adeguato ed appropriato al ricordo della loro funzione militare, sarebbero state da lungo tempo mèta di interesse culturale e motivo non solo di attrazione turistica aggiunto a quello della vicina stupenda spiaggia delle Ghiaie ma anche mezzo di introito di denaro nelle casse del comune di Portoferraio.
In questa zona, recentemente è stato aperto un cantiere dove è appeso il manifesto “Comune di Portoferraio. Provincia di Livorno. Appalto dei lavori di recupero e restauro e valorizzazione mura storiche della città per accessibilità pubblica spazi finora interdetti Bastione di S. Fine, Bastione Spagnoli, Torre Linguella”.
Questi lavori, il manifesto, chiarisce essere aperti per rendere accessibili al pubblico spazi finora interdetti delle fortificazioni. Il manifesto chiarisce anche che si tratta di lavori di appalto per recupero e restauro e valorizzazione finanziati dalla regione toscana nell’ambito della legge “Città murate”, da intendersi città munite di cinta muraria bastionata.
Committente dei lavori è il comune di Portoferraio.
Il progetto esecutivo dei lavori è stato approvato con determina del Dirigente n 589 del 04.10.2021
Il comune ha reso noto cosa hanno riguardato tali lavori (vedi
https://www.elbareport.it/cronaca/item/57725-completati-i-lavori-al-bastione-di-santa-fine-ed-alla-batteria-degli-spagnoli-nel-complesso-delle-fortezze-medicee) e ha ripulito l’area dalla vegetazione invadente. Tramite erezione di rete metallica ha inoltre chiuso tutta la zona rendendola inaccessibile e non fruibile al pubblico. Ciò che da fuori la rete metallica si può vedere è la persistenza del forte stato di degrado esistente in questi monumenti storici come ad esempio la parte basamentale della garitta di vedetta sulla punta del bastione di Santa Fine nonché il tessuto murario dello stesso bastione: il pietrame intonacato del muro del bastione sta perdendo pezzi.
Che cosa è il bastione?
Essendo il bastione elemento architettonico militare importante nella difesa di Portoferraio (per il quale la città di Portoferraio è stata inclusa nel bando regionale “città murate” sopra accennato) nelle righe che seguono mi soffermerò in breve tentando di rispondere alla domanda prendendo spunto dal bastione di S. Fine e dal primo bastione degli Spagnoli.
Essi, come sopra detto, contrapponevano al nemico una difesa avanzata nella parte nord del fronte di attacco di terra. Avevano funzione di impedire al nemico l’avvicinamento alla linea di difesa principale retrostante locata nei bastioni medicei in alto.
Questa linea difensiva bastionata medicea, partendo dal bastione della Carciofaia, posto immediatamente davanti al forte Falcone, estremo ed ultimo luogo di difesa, terminava nei bastioni Cornacchia e Cornacchino.
Il sistema dei bastioni che costituisce le “avanzate” del fronte di attacco di terra è mirabile e complesso sistema perché costruito in modo tale che espugnato il primo bastione resta subito l’altro in difesa. L’ultima difesa è il sistema bastionato di Forte Falcone.
Per tale motivo le “avanzate” sono tutte collegate tra loro tramite camminamenti che consentivano alle truppe spostamenti rapidi e sicuri.
Di questi bastioni facenti parte delle “avanzate” così nel 1791 si esprime il ‘cosmopolitano’ S. Lambardi “…Io non mi estenderò qui a descrivere pezzo per pezzo tutti quelli che si vedono; dirò solo che sono almeno trenta, e tutti disposti in modo che espugnato il primo,resta subito l’altro in difesa. Così bene sono state disposte e distribuite tutte quelle fortificazioni,che per poco non s’intenda delle matematiche militari, può facilmente capire la simetrìa delle medesime”.
(cfr pg 201 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba” 1791. Ristampa fotomeccanica. Forni editore. Bologna 1966)
Sono stati edificati come bastioni perché nel bastione risiede il punto di maggiore forza difensiva armata in una guerra di assedio in quanto sul suo spalto era posizionata la batteria costituita da pezzi di cannone di artiglieria pesante.
Il bastione è infatti elemento di architettura militare, tra i più importanti, messi in opera nella difesa di Portoferraio. Progettato dagli ingegneri militari del rinascimento per una guerra di difesa (guerra di assedio), dove l’arma da fuoco (il cannone) aveva fatto il suo ingresso sostituendosi a frecce e olio bollente scagliati dalla torre medioevale.
Il bastione è per questo opera imponente con mura spesse per sostenere l’urto delle palle di artiglieria del cannone nemico.
Le mura del bastione, costruite in pietra tenuta da malta (pietrame intonacato), contengono un terrapieno (terra riportata) che termina con uno spalto, cioè una spianata, un piano di vita,un piazzale dove truppe potevano muoversi liberamente e facilmente al riparo del parapetto, muro che recinge lo spalto alzando visi sopra a circa di altezza d’uomo consentendo da un lato di guardare verso l’esterno senza troppo scoprirsi e dall’altro di far fuoco contro il nemico dalle batterie di cannoni attraverso la troniera. Lo spalto poteva essere raggiunto o abbandonato con facilità attraverso camminamenti. Lo spalto era inoltre provvisto di un camminamento di ronda.
Nella difesa, il bastione rinascimentale trasforma la difesa da piombante in radente. Si sostituisce così alla torre medioevale tramite la quale era praticata una difesa di tipo piombante (lancio di frecce, olio bollente, sassi). Rispetto alla torre medioevale diviene più basso, dovendosi adattare alla difesa di tipo radente che si poteva eseguire tramite il cannone.
Questa difesa di tipo radente era praticata dallo spalto del bastione col fuoco del cannone attraverso le diverse angolature delle troniere.
Rino Manetti si sofferma a parlare della tecnica di costruzione dei bastioni medicei delle fortificazioni di Portoferraio “…La tecnica costruttiva seguita in queste opere è stata prevedibilmente quella di iniziare con le muraglie a valle e, man mano che queste si innalzavano, venivano riempiti i vuoti col materiale risultante dai lavori preparatori di smussamento per la formazione dei ripiani a monte. In nessun punto si individuano speroni interni atti a rendere più sicure le pareti a retta del terreno. Però durante l’ultima guerra, nello scavare alcuni rifugi antiaerei alla base delle muraglie, ne sono stati individuati alcuni. Anzi in uno di questi lavori la scoperta fu fatta in modo drammatico, infatti non sospettando la presenza di questi speroni di catenamento, fu tolta la terra dal basso senza opportuni accorgimenti, così mancando ad essi il sostegno di base, franarono (per fortuna senza seppellire alcuno) secondo quanto ci è stato riferito verbalmente. Si tratta di pareti verticali in pietra incrociantisi ad angolo retto al centro del ripiano del bastione e colleganti le due pareti opposte esterne. Quelle pareti-speroni interne venivano costruite prima del riempimento, con la funzione: in parte di tiranti, anche se questa azione è debole; in parte come setti di separazione della grande mole di terra e sassi di riporto, e capaci di frazionare e ridurre la forza spingente del materiale inerte di riempimento, contro le pareti interne dei bastioni…”
(Cfr pg 64 di “Portoferraio e le sue antiche fortificazioni” Rino Manetti. Libreria editrice fiorentina. 1966)
Quanto Manetti scrive è di grandissima importanza per la conoscenza del luogo.
Fa capire perché e come le mura dei bastioni del fronte di attacco di terra non siano ancora collassate, dopo quasi cinque secoli, sotto la forza spingente dell’enorme materiale inerte di riempimento riportato costituito dalla grande mole di terra e sassi che riempiendo il bastione termina nella spianata, nel piazzale dello spalto.
Accanto alle mura visibili, esiste dunque un sistema di mura che non si vede perché interrato, il quale si trova sotto i nostri piedi quando andiamo a visitare gli spalti delle fortezze mediceo-lorenesi.
Marcello Camici
Foto di copertina - Portoferraio. Al centro il primo bastione degli Spagnoli. Sulla destra la piscina comunale.
Foto 2 - Portoferraio. Bastione di Santa Fine con troniere per batteria di cannoni e il primo bastione degli Spagnoli. Opere aggiuntive dette anche “avanzate“ del fronte di attacco di terra. Foto dall’alto ripresa con drone.
Foto 3 - Portoferraio. Manifesto affisso al cantiere vicino al primo bastione degli Spagnoli.
Foto 4 - Portoferraio. Bastione di Santa Fine.
Foto 5 - Portoferraio.Bastione di Santa Fine. Particolare del muro e della piattaforma della garitta di vedetta.
Foto 6 - Portoferraio. Fortezze mediceo-lorenesi.Fronte di attacco di terra visto dalla collina di San Rocco.