Il 23 marzo la sala consiliare del Comune di Marciana Marina è stata teatro di un centenario mancato per qualche mese ma che proprio per questo avrebbe fatto molto piacere – se per nostra fortuna fosse ancora vivo – al centenario oggetto dell’omaggio: un bimbo nato in un’altra isola, Cuba, poi diventato giovane partigiano tra le montagne e i sentieri liguri e grandissimo scrittore nel mondo.
Un figlio si scienziati e dell’epoca del buio e della speranza, che sapeva raccontare gli umili e gli strambi, i poveri e i visconti dimezzati, baroni rampanti e cavalieri inesistenti.
E a Italo Calvino sarebbero piaciuti sicuramente quelle ragazze e quei ragazzi italiani che ieri occupavano le poltrone dei consiglieri comunali, con i loro occhi attenti – un po’ preoccupati, ma non molto - e i loro nomi che parlano a volte di terre lontane come quelle in cui nacque e per molto visse Italo, che il suo nome patriottico e altisonante forse lo avrebbe volentieri scambiato con quello esotico di qualcuno dei ragazzi che hanno letto i suoi libri come un viaggio fantascientifico nel passato, in un mondo scomparso che però parla dell’eterno cammino degli uomini e delle donne del mondo, lo stesso cammino che le ragazze e i ragazzi marinesi, figlie e figli colorati di un’umanità in cammino, che stanno appena iniziando a percorrere, con tutto il futuro davanti.
E al centenario Italo Calvino sarebbero certamente piaciute la professoressa appassionata che ha guidato i suoi ragazzi e le sue ragazze lungo le strade cittadine di Marcovaldo e le avventure eterne di visconti, baroni e cavalieri, sarebbero piaciute le signore del doposcuola che hanno ricucito il tempo e il racconto, la scuola e il dopo, sarebbe piaciuto il riassunto colto della sua avventura umana e artistica fatto da Raimonda Lobina, sarebbe piaciuto sentire i sui brani letti con cura partecipata da Franco Giannoni.
Ma a Italo, al ragazzo in cammino sui sentieri di nidi di ragno, al figlio di scienziati che parlava con Marcovaldo e amava la libertà, sarebbero piaciuti soprattutto i pensieri asciutti e leggeri, chiari e senza fronzoli, che le bimbe e i bimbi marinesi hanno dedicato a questo loro bisnonno letterario che dal passato ha scritto cose eterne e lontane, oggi a volte inconcepibili, ma che parlano al loro presente e che, se avranno il dono del ricordo, li accompagneranno nel futuro.
Perché, come sa il bimbo partigiano Pin e come scrive Calvino quando l’Italia era appena uscita da una guerra mondiale e il passato sanguinoso si toccava con un futuro di promesse di pace, «Tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano».
Umberto Mazzantini