Nella pittoresca Portoferraio, immersa nel fervore della costruzione delle fortificazioni medicee, viveva Matteuccio da Marciana. Oltre al commercio di vino, era rinomato per la sua abilità nel procurare legname pregiato di Marciana, materiale essenziale per il rafforzamento delle mura.
La vita a Portoferraio scorreva tranquilla, finché l'ombra del temibile corsaro Dragut non si abbatté sull'arcipelago toscano. Il suo feroce attacco all'isola di Pianosa nel 1533 sconvolse la quiete della zona. Molti innocenti caddero vittime della sua brutalità, venendo catturati e deportati a Costantinopoli. Tra i fortunati che riuscirono a scampare alla furia di Dragut c'era una giovane e avvenente ragazza di Pianosa, segnata per sempre dalla tragedia che aveva colpito la sua famiglia: i suoi genitori erano stati uccisi senza pietà dal crudele pirata.
Commosso dal dolore della giovane e desideroso di offrirle conforto e protezione, Matteuccio decise di sposarla. Il loro amore sbocciò tra le rovine causate dall'attacco di Dragut, un faro di speranza in un periodo di profonda sofferenza.
L'anno successivo, spinto da un profondo desiderio di giustizia e dal legame con la sua terra d'origine, Matteuccio si rivolse al governatore di Portoferraio, Guicciardini. Con una supplica ufficiale, chiese il permesso di recarsi a Pianosa per recuperare una preziosa cavalla appartenuta ai genitori della sua sposa. La cavalla, sfuggita alle grinfie di Dragut, rappresentava un simbolo di resistenza e di speranza per la giovane donna.
Matteuccio, con un pizzico di astuzia, aggiunse alla sua richiesta un'allettante proposta: se la cavalla si fosse rivelata di bellezza eccezionale, degna persino del Granduca, l'avrebbe donata in segno di omaggio. Guicciardini, incuriosito dalla fama di questa cavalla e attratto dalla possibilità di possederla, acconsentì alla richiesta di Matteuccio.
Insieme salparono alla volta di Pianosa, dove recuperarono la cavalla. Ma, contrariamente alle aspettative di Guicciardini, la cavalla era troppo piccola per il granduca! Era un misto sangue corso.
Tuttavia, mosso a pietà dalla storia della giovane sposa e dalla bellezza della cavalla, Guicciardini decide di acquistarla per dare una dote al matrimonio di Matteuccio.
Così, la cavalla di Pianosa, simbolo di un passato tragico e di un nuovo amore, giunge a Portoferraio, finendo nella scuderia di Guicciardini, non come un dono per il Granduca, ma come un segno di speranza e di rinascita per i due giovani sposi.
Gian Mario Gentini