Un sondaggio appena pubblicato su Tenews chiede: in base alla stagione appena conclusa e agli attuali segnali cosa dobbiamo aspettarci per l'economia dell'Elba? Secche le risposte: 1 la ripresa è già iniziata o sta iniziando. 2 le aspettative sono negative e la ripresa non c'è.
Difficile rispondere, soprattutto se il presupposto parte dal concetto che esista una stagione conclusa, finita, terminata. Quando tre anni fa, dopo trent'anni di assenza, decisi di tornare allo "Scoglio", la domanda costante che ricevetti da molti amici del continente, fu: "E cosa farai d'inverno all'Elba? vedrai, non ci sei più abituata, non ci resisterai a lungo…". Recentemente sono andata a Pianosa per una settimana, e la domanda di tutti i miei amici elbani è stata: "Come farai a resistere una settimana intera?". A metà settembre sono andata al Giglio invitata a una presentazione, la domanda è stata simile: "ma chi te lo fa fare? che ci vai a fare? magari c'è maraccio… "
Buffo come la prospettiva cambi, al di là e al di qua della costa. Curioso anche come ogni volta io rimanga sorpresa di fronte a tali domande.
D'autunno gli alberghi chiudono, ahimè, e i ristoranti si prendono una pausa dalla forsennata routine di agosto, ma non significa che tutto si fermi. Se alla fine anche noi isolani ci rilassassimo e ci rendessimo conto che si può offrire tutto l'anno una qualità di vita che può non essere penalizzante, allora forse riusciremmo a cambiare il nostro futuro, culturale ed economico. Forse tanti non sarebbero costretti ad andarsene per trovare lavori più qualificati. Forse ci sarebbe anzi una domanda professionale qualificata che chiederebbe di venire.
Altrettanto curiosa infatti è la reazione di chi in effetti mi viene a trovare, di chi prova la realtà elbana nella cosiddetta bassa o bassissima stagione, di chi si abitua a seguire iniziative culturali, sportive, naturalistiche, commerciali, di cui parlo spesso e di cui vado fiera. Quello che si verifica allora è una specie di metamorfosi, dallo scetticismo all'invidia, alla voglia di tornare, alla voglia di trasferirsi e lasciarsi alle spalle il continente.
Non è una battuta questa, non è una rarità, non è solo riservata alle persone vicine alla pensione. È una presa di coscienza serissima. La qualità della vita che abbiamo all'Elba, e nell'Arcipelago, è ancora talmente preziosa che solo andando via e ritornando si riesce ad apprezzare pienamente. E una volta provata, è difficile farne a meno. Le iniziative che qui via via hanno luogo ovunque sono talmente ad altissimo livello che forse stentiamo, nel nostro scetticismo toscano e isolano che ci è così congeniale, a rendercene conto. L'industria ricettiva si specializza e raggiunge livelli internazionali. Il mondo dell'arte, della cultura e della musica, nonostante non esista un "ministero" elbano della cultura, sono eccezionalmente stimolanti. Lo sport fa miracoli. Il PNAT attira sempre più tutti, come un magnete, coinvolgente ed essenziale. Il volontariato si moltiplica.
È vero che ci sono settori che ce la mettono tutta per affossare la peculiarità dell'Elba e dell'Arcipelago sotto false spoglie di progresso e nuova occupazione, confondendo la modernità con la banalità, continuando ad insistere in cliché passati, vecchi. Le nostre scuole faticano ad adeguarsi al cambiamento epocale che stiamo vivendo, spinte da richieste di questi settori, non adeguando i propri curriculum di studio con le nuove professioni che ci vorrebbero e che ora terribilmente mancano.
Quindi qual è la risposta giusta, questa è stata una stagione positiva o negativa? Non sono riuscita a vedere niente di positivo. L'affanno di tutti è sempre concentrato su due avidi mesi estivi, per alcuni apprezzabili dal punto di vista economico, ma non bastano ad offrire una visione positiva. Finché noi stessi non maturiamo un'anima e una consapevolezza diversa, senza scervellarsi, ma vivendo la nostra isola e il nostro arcipelago completamente tutto l'anno, non sarà possibile essere soddisfatti ed avere una vita professionale completa. Prima esisteva un cliché rigido, estate-inverno, bianco-nero, sole caldo-mesi invernali. Adesso la vita è più sfumata, più complessa, più articolata. Non basta più a nessuno accontentarsi di poco, sapendo di essere così pieni di risorse e di avere pieno diritto e accesso al tutto.
Cecilia Pacini
Italia Nostra - Sezione per l'Isola d'Elba e l'Isola del Giglio