L’opera della Pentola è una fortificazione in prima linea dello opere dette ‘avanzate’ del fronte di attacco di terra. E’ scomparsa, non esiste più.
La sua presenza è documentata in mappe, carte di archivio, dipinti e foto.
Era una delle fortificazioni costruite lungo il percorso del fosso reale del Ponticello.
E’ chiamata anche col nome di “Ridotta di mezzo al fosso” in quanto eretta alla metà della lunghezza del fosso del Ponticello.
Volendone oggi trovare collocazione potremmo dire che era edificata nel mezzo del complesso delle caserme della Guardia di Finanza: più esattamente dove è il portone d‘ingresso con scritto sopra Teseo Tesei.
Il termine “ridotta” indica la sua funzione militare cioè opera sussidiaria utilizzata come avamposto per incrementare la difesa e per proteggere i difensori nelle sortite o nelle eventuali ritirate.
Il termine “reale” sta ad indicare che la sua dimensione ed armamento erano tali da potersi definire un piccolo bastione anche se non terrapienato.
Dimensione ed armamento dell’opera sono descritti dal governatore di Portoferraio Mario Tornaquinci che volle edificarla nel 1693:
“RIDOTTA REALE
A mezzo il Fosso, fatta una ridotta reale, con doppia difesa, che gira braccia 104 una al piano del terreno e l’altra sopra d’un marciapiede in volta, che gira all’interno delle facce, in larghezza di braccia 5 con sue feritoie per la moschetteria, e 4 troniere alli fianchi per l’artiglieria, Sopra il piano del terreno con il Casino della Sentinella. Il suo fondamento è guarnito di grossi pali e traverse largo b. 4. La muraglia che principia sopra del fondamento larga b, 3 e mezzo ridotta alla superficie a b, 1 e mezzo alta b. 14 con il cordone che gira tutto all’intorno. Vi sono quattro troniere per l’artiglieria due delle quali riguardano la bocca del fosso verso levante l’altre due riguardano la testa del fosso verso ponente“.
(“Nota di lavori di fortificazioni et altri civili fatta da me Mario Tornaquinci nella città presidio e fortezze di Porto Farraio, L’anno 1688;99;90;91;92;93;94 e 95” Miscellanea medice a.Filza 464. Inserto n E,cc,32. Archivio di stato di Firenze)
Nel giugno 1693 il Tornaquinci scrive che ha terminato la costruzione della ridotta di mezzo al fosso non esitando a dire che la sua presenza “fa un bellissimo vedere”.
“La ridotta di mezzo al fosso del Ponticello resta terminata eccettuato però la volta che si deve fare per salire alla seconda difesa la quale adesso non si fa per essere le muraglia fresche. La detta Ridotta …fa uno bellissimo vedere tanto di mare quanto di terra oltre la fortezza che rende al detto fosso”.
(Idem come sopra)
La descrizione del Tornaquinci calza esattamente con un disegno conservato alla biblioteca Moreniana di Firenze dove, nella didascalia vengono enumerati, descritti ed individuati gli elementi architettonici che caratterizzano l’opera
“RIDOTTA DI MEZZO AL FOSSO
Questa ridotta si è fatta a mezzo il Fosso del Ponticello quale gira B.a 104 con doppia difesa con suoi archi all’intorno per di dentro che reggono il marciapiede. Il suo fondamento, e guarnito di grossi paloni, e traversa et la muraglia è larga B.a 4. Sopra il fondamento 3 e mezzo ridotta alla superfice a B.a 1 e tre quarti. Alta b.a 14. Vi sono quattro troniere per l’artiglieria due delle quali riguardano la bocca del fosso verso levante le altre due riguardano la testa del fosso verso ponente”.
(“Ridotta di mezzo al fosso”. DIDASCALIA del disegno 1697. Biblioteca Moreniana di Firenze. Fondo Bigazzi c. 15)
Nel 1877, dopo 184 anni dalla fondazione, l’opera è descritta col nome di “Batteria della Pentola“ disarmata, senza artiglieria.
“BATTERIA DELLA PENTOLA
E’ stabilita alla metà del fosso detto del Ponticello, nel quale sorge a guisa di caponiere; dista di 150 metri dalla cinta. E’ destinata a fiancheggiare il fosso del Ponticello. E’ formata di due fianchi pressoché normali alla scarpa del fosso ,di due facce che ne chiudono la testata e di un lato di gola. I parapetti sono in terra a rivestimenti interi il cui ciglio interno si eleva di 8 metri sul livello del fosso che corrisponde a quello del mare. La superficie occupata è di metri quadrati 500. Vi si accede dalla piazza d’Armi al piede dello spalto.
Disarmata Stato di conservazione buono.”
(“Descrizione delle opere fortificate e fabbriche di Portoferraio nel 1877”. Leoni. Manoscritto. Archivio privato.)
La descrizione del Leoni è praticamente quella di un’opera dismessa ormai in degrado quale si osserva in alcune foto fine ottocento quando, poco tempo dopo, nei primi anni del novecento, fu eliminata insieme al fossato reale del Ponticello.
Marcello Camici
Foto di copertina - Portoferraio. Fosso reale del Ponticello attraversato dal ponte. Sullo sfondo lungo il percorso del fosso è visibile l’opera della Pentola costruita sulla scarpa del fossato con due troniere per bocca di cannone rivolte verso l’imboccatura del fosso nella rada, con il cordone alla base. Foto eseguita dalla imboccatura del fosso nella rada. Ultimi anni dell’ottocento.
Foto 1 - Anonimo. ”Ridotta di Mezzo al Fosso” o batteria della Pentola. Disegno in “Fortificazioni di Portoferraio”.1697.Matita nera penna e inchiostro acquerello policromo. Biblioteca Moreniana di Firenze. Fondo Bigazzi c. 15.
Foto 2 - Portoferraio. Fosso reale del Ponticello con la ridotta reale del Ponticello a sinistra e quella della Pentola in basso a destra. Foto eseguita dall’alto del fronte di attacco di terra. Ultimi anni dell’ottocento.