La pièce teatrale “Don Raffaele Il Trombone” messa in scena alla fine dello scorso anno scolastico, al Teatro dei Vigilanti, ha riscosso un grande successo, tanto da indurre la Compagnia del Registro a provarci ancora: l’ideatore del nuovo progetto è naturalmente il docente di Matematica dell’ITCg Cerboni Gennaro Squillace, direttore della Compagnia e primo attore.
Per saperne di più, l’abbiamo intervistato in un’ora di pausa dalle sue lezioni.
Gennaro, puoi essere veramente soddisfatto del vostro esordio teatrale. Te l’aspettavi un simile successo?
Assolutamente no. Eravamo dei dilettanti, sia dal punto di vista teatrale sia da un punto organizzativo, di eventi del genere ed eravamo anche scettici circa l’apprezzamento del pubblico locale per una commedia appartenente alla scuola teatrale napoletana. Ma fortunatamente siamo stati smentiti dai fatti. Comunque credo che gran parte del successo inaspettato e straordinario che abbiamo ottenuto sia da attribuire all’affiatamento che si è creato nel gruppo teatrale.
Il ricavato delle rappresentazioni è servito a comprare materiale didattico per le varie scuole cittadine, i cui insegnanti si erano cimentati nella pièce. So che quest’anno il tuo sogno sarebbe ancora più ambizioso perché costituirebbe un contributo all’informatizzazione degli Istituti. Ce ne vuoi parlare?
Come tutti sapranno, le scuole sono impegnate in un processo di modernizzazione che dovrà condurre alla dematerializzazione graduale dei documenti che la scuola produce ogni anno, compresi i registri. Questo richiederà il collegamento in rete di tutte le aule della scuola e poiché le risorse, come al solito, sono scarse, è probabile che i dirigenti saranno costretti a intraprendere la strada più economica del collegamento WiFi che non si concilia purtroppo con la sicurezza. Infatti, secondo l’OSM l’esposizione ai campi elettromagnetici è potenzialmente cancerogena. Il nostro obiettivo per quest’anno è di riuscire a finanziare il differenziale di costo che le scuole devono sostenere per mettere in rete le aule via cavo, in modo da conciliare modernità e tutela della salute ma occorrerà raccogliere molti più fondi rispetto all’anno scorso. Per questo motivo la riuscita dell’iniziativa sarà possibile solo se riusciremo a coinvolgere un maggior numero di soggetti pubblici e privati nell’impresa.
Passiamo alla prossima messinscena. L’autore scelto sarà ancora Peppino De Filippo?
Durante l’estate abbiamo preso in considerazione commedie di diversi autori ma, mutuando un’espressione calcistica, potremo dire: “autore che vince non si cambia!”. Per questo motivo anche quest’anno sarà proposta una commedia brillante di Peppino di Filippo.
Naturalmente la parte di protagonista ti spetta a pieno titolo perché pare proprio che tu sia “figlio d’Arte”; ma gli altri attori chi saranno? Resteranno gli stessi o, considerando anche il turnover del personale scolastico, assisteremo a qualche new entry?
Per fortuna a settembre la Compagnia del Registro ha superato quasi indenne la lotteria delle nomine dei docenti a tempo determinato. Abbiamo perso due elementi ma abbiamo già iniziato il casting per le new entry, anche perché la nuova commedia richiede più personaggi.
Puoi accennarci qualcosa della trama dell’opera?
Posso dire soltanto che stavolta si tratterà di superstizione e quindi non dirò nient’altro per… scaramanzia!
Considerando che il cast è di insegnanti, vi sarete preoccupati di scegliere un lavoro teatrale che abbia valenza educativa. Ci puoi dire che “morale” se ne può trarre?
L’esilarante commedia ha sicuramente l’intento di ridere dell’ignoranza, delle superstizioni e della scaramanzia. Quindi l’insegnamento che se ne può trarre è certamente quello di non cedere alle credenze di tipo irrazionale che possono influire sul pensiero e sulla condotta di vita di chi le fa proprie ma anche quello di valutare e stimare le persone per quello che sono, senza farsi condizionare dalle apparenze.
Gennaro, so che un tuo progetto è anche quello di diffondere l’amore per il teatro tra i tuoi studenti e coinvolgerli in una messinscena prossima ventura. Hai in mente qualcosa di più definito? Che vantaggio pensi che gli allievi possano trarre dal “giocare a fare gli attori”?
Sì, quest’anno molto probabilmente saranno coinvolti degli alunni che hanno manifestato curiosità per questa iniziativa e interesse a partecipare sia come attori sia dietro le quinte per l’organizzazione dello spettacolo. Comunque penso che gli allievi ne possano trarre un gran vantaggio, poiché il teatro aiuta a mettersi in “gioco” a tal punto da sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie capacità, una maggiore autostima, e una migliore capacità comunicativa. Il teatro rappresenta un’esperienza di socializzazione, di collaborazione e di crescita culturale, aiuta a sviluppare la capacità di comunicare emozioni, sensazioni e modi di essere. E questa esperienza potrebbe rappresentare un grande aiuto in una fase delicata della crescita come quella che vivono i nostri studenti.
Nella nostra esperienza didattica giornaliera, ci imbattiamo spesso in ragazzi scarsamente motivati allo studio e, in generale, purtroppo, ad essere protagonisti attivi della realtà che li circonda. Pare insomma che molti di loro “subiscano”, piuttosto che viverle, le proposte culturali quotidianamente offerte.
Pensi che un’attività come quella teatrale possa essere utile a superare tale impasse?
Credo che il teatro o è amato o è odiato. Con i nostri spettacoli speriamo di riuscire ad appassionare anche uno solo dei ragazzi, che così può scoprire che ci sono altri mondi e universi in cui riconoscersi, grazie ai quali poter crescere e divertirsi in maniera autonoma e critica senza farsi omologare da modelli standard proposti dalla società multimediale.
L’ora di pausa è finita. Nel congedarci da te, ti auguriamo un nuovo successo teatrale e un operoso e sereno anno scolastico.
Maria Gisella Catuogno/ITCG Cerboni