Potremmo dire due generazioni a confronto. La mia nata nel periodo in cui quella di Nello* si identificava nella Resistenza partigiana di cui ne fece parte operativa con il nome di battaglia “Sciabola” venendone poi gratificato con medaglia di argento e croce di guerra al valore militare.
“...sono onorificenze...” mi diceva “...che servivano a farmi considerare comunista , ma io non fui mai comunista anche se non mi seccava essere considerato tale...” .
Due generazioni però, la mia e la sua, che oltre l’afflato profondo per la cultura, per il cinema e per le belle cose hanno avuto l’amore sincero per questa isola , per l’isola d’Elba , che, come avrebbe detto Nello, ci ha dato i “genitali”.
Eh!! si.
Nello aveva anche questo: sapeva divertirsi con tutto, su tutti, anche su se stesso.
Si divertiva e divertiva e il suo sorriso era contagioso eppure in quell’aprile del 1995, dopo che avevo scritto un qualche cosa su qualche giornale perché l’Elba ricordasse il Centenario del Cinema attraverso il suo figlio illustre mi sentii chiamare.
Era Nello.
Ma dalla sua voce non traspariva allegria.
Era stanco.
Forse si burlava ma era profondamente commosso all’idea che la sua isola e la sua Portoferraio riconoscesse in lui quel produttore che tanto aveva dato alla cinematografia di tutti.
Era commosso all’idea da me suggerita che il suo cinema non venisse proiettato su megaschermi ma semplicemente in spazi “raccolti“ dove potessero essere “gustate” quelle immagini che facevano e fanno parte della Storia del cinema, della nostra Cultura assieme ai registi che gli dettero il soffio dell’Arte e con loro poi commentare, non in concertate tavole rotonde, ma, perché no, in una notte estiva elbana, semplicemente seduti vicino al mare o sugli spalti di un forte Falcone con un bicchiere di vino in mano.
E di questo ne parlammo a lungo con Nello assieme a Franca** e, aggiungo, alla mia carissima Franca alla quale va tutto il mio affettuoso ricordo e ritengo anche la nostra gratitudine per quanto ha dato, in silente amore, a noi, a Nello, al Cinema tutto.
Ed era commosso Nello in quell’aprile del 1995 quando gli dissi che non avrebbe potuto sottrarsi a quel mio intellettuale sogno e progetto.
“...perché in quelle serate dovrai esserci tu...” gli ricordai “... e raccontarti davanti a tanti, tanti giovani che credono ancora nel Cinema, nel vero Cinema e che non vogliono identificarsi in teleillusioni...”.
Quei giovani che sentivo palpitare intorno alle cose belle; quei giovani che seguivano affascinati mentre parlavo di Nello Santi durante le lezioni tenute all’Albertina di Torino; quei giovani che si entusiasmavano a sentire parlare Nello nel filmato che proiettavo loro e dove l’amico Germani aveva il compito di intervistarlo .
Si divertivano, quei giovani, e non sentivano barriere generazionali perché Nello non aveva età e piaceva per quel suo parlare toscano , senza peli sulla lingua, gustosamente provocatore.
E quelle lezioni si completarono in una Tesi di due miei allievi dal titolo: Nello Santi. Produttore per caso?
E qua mi viene da sorridere al ricordo che Nello dava del Produttore citando una frase di Vittorio De Sica: “...i Produttori sono dei cosiddetti organizzatori generali i quali non capiscono un cazzo di quello che è arte e poesia. Ridono e sono contenti se si risparmia tempo e si fa in fretta...”.
Feci in maniera che i due ragazzi potessero recarsi a Roma da Torino per intervistarlo.
Partirono emozionati.
Per loro era avvicinare l’impossibile.
Per loro era parlare con il Mito.
Dopo qualche giorno Nello mi chiamò per telefono e brontolando affettuosamente mi apostrofò: “...Oh Paolo... ma che bischeri di allievi mi hai mandato? Non hanno fatto altro che pungolarmi su i perché e i percome dei films da me prodotti...”
“...E cosa avrebbero dovuto chiederti allora ?...” lo sollecitai.
“...bischero anche te , mi dovevano chiedere quale pellicola avrei voluto fare e non ho mai potuto produrre...”.
“...Allora te la faccio io quella domanda...” invitandolo a rispondermi.
“...Anabasi di Senofonte avrei voluto portare sugli schermi...” mi rispose “...ma non ho potuto! Due popoli che non si conoscono perché divisi da alte montagne e si fanno guerra...”.
Vorrei e potrei parlare di più dell’uomo Santi produttore e cineasta e non mancherà occasione ma sono sicuro che di lassù , ridendo su di noi ,mi stai facendo segno di tagliare.
Ma voglio terminare sognando un sogno bello.
Voglio vedere proiettato sulla nuvola dove sei il film che avresti voluto fare e non hai potuto fare e dopo venticinque anni ti ricordo così.
Paolo Ferruzzi
*Lionello (Nello) Santi nasce a Portoferraio. Dopo la laurea in medicina nel 1942 si arruola in Marina come ufficiale medico. Dal 1943 al 1945 ricopre l'incarico di Capo della Missione Militare Alleata e, finita la guerra, riceve la Medaglia d'argento e la Croce di guerra al valore militare. In seguito fa parte della segreteria del Presidente Ferruccio Parri, nel primo governo post-liberazione. Nell'immediato dopoguerra ricopre alcune cariche dirigenziali in aziende come la Carlo Erba, la Galbani, il Banco di Credito di Milano e la Nazionale Assicurazioni. Nel 1952 fonda la Galatea Film e presto diventa uno dei principali produttori cinematografici italiani. Con la Galatea Film produce film che sono entrati nella storia del cinema, diretti da grandi registi come Antonioni, Bolognini, De Sica, Pietrangeli, Rossellini, Rosi, Lizzani. Il coraggio fa parte integrante della sua "politica aziendale". Alcuni titoli lo dimostrano: La carrozza d'oro, Austerlitz, Il bell'Antonio, L'avventura, Italiani brava gente, Fantasmi a Roma. Con Salvatore Giuliano di Rosi conquista pubblico e critica. Il rapporto di collaborazione con Rosi continua con il capolavoro Le mani sulla città, vincitore del Leone d'oro al Festival di Venezia nel 1963. Per Pietro Germi produce Divorzio all'italiana, che si aggiudica l'Oscar come migliore sceneggiatura originale sempre nel 1963. Ha prodotto oltre 60 film e ne ha distribuiti più di 120 in tutto il mondo, contribuendo alla promozione del cinema italiano. Per la televisione ha prodotto uno dei più grandi successi degli anni '60: La famiglia Benvenuti. Dal 1972 al 1977 è stato presidente di Cinecittà, che sotto la sua direzione diventò una società di servizio a ciclo completo tra le più moderne e tecnologicamente avanzate del mondo. (cit.)
**Franca Invernizzi Santi nasce a Milano da importante famiglia dell’alta borghesia ma dall’incontro con Nello Santi è diventata un’elbana d’adozione.
Per oltre sessanta anni ha trascorso parte dell’anno all’Elba, prima agli Acquarilli in Lacona e poi a Casa del Duca dove ha ospitato giornalisti, attori, produttori e registi che hanno reso grande il cinema italiano: da Ermanno Olmi a Tullio Kezich da Francesco Rosi a Marcello Mastroianni e alla grande amica di sempre Lina Wertmüller con la quale ha collaborato in qualità di segretaria di edizione e come tale ha partecipato alla lavorazione di oltre settanta film.
L’avventura è cominciata con I Basilischi nel 1963 e poi è continuata con Cristo si è fermato a Eboli, Il Caso Mattei, I Girasoli (girato in Russia con Sofia Loren e Marcello Mastroianni), Il Giardino dei Finzi Contini, La Leggenda del Santo Bevitore, fino all’ultimo film, nel 2005: La casa dei gerani solo per citarne alcuni(Cit.)