Nel 1791 Sebastiano Lambardi sulla fondazione di Portoferraio scrive:
“Doppo fabbricati i suddetti edifizi di quartieri e chiese di tutto il restante desiderava il Principe che la città si riempisse di abitatori sicchè fece intendere che nel suo stato e anche fuori che chiunque avesse voluto andare ad abitare in Porto Ferrajo gli sarebbe stato dato sito da fabbricare ….…usò la politica di mandarvi dei confinati o rattenuti e persone delittose in vece di mandarli confinati altrove con darli però aiuti sufficienti e modo di travagliare se erano artigiani…”
(Cfr p 150 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell'Elba” Sebastiano Lambardi. 1791 Ristampa fotomeccanica, Forni editore 1966. Bologna)
Queste parole spiegano molto bene che Portoferraio fin dalla sua fondazione è scelta, per volere del duca Cosimo, quale sede, territorio di confino per soggetti sottoposti a castigo avendo commesso qualche delitto. La città da lui voluta e costruita all’Elba rappresenta luogo ideale dove inviare persone al confino, in qualità di relegati che non possono uscire dalle porte della cinta muraria o di prigionieri alla pena della detenzione dentro la fortezza del Falcone, tutte persone incorse nei rigori della giustizia: “persone delittose”.
Cosimo aveva creato una amministrazione della giustizia verticistica e centralizzata soggetta al suo supremo volere di sovrano assoluto. Inoltre basandosi sul sistema della delazione e sorretta da severe norme di polizia, la giustizia gestisce l’ordine pubblico incutendo ai cittadini un timore reverenziale con la figura del Bargello, il capo della polizia.
Costui, il Bargello, tiene sotto controllo l’ordine pubblico basandosi sul sistema della delazione: insomma un governo duro e assoluto.
In Portoferraio, ai tempi di Cosimo, le “persone delittose” erano costituite da forzati legati al remo della galera. Quando non erano imbarcati sulla galera ma a terra, erano chiusi dentro un luogo detto ‘bagno dei forzati’.
La loro presenza incrementò anche in seguito ai privilegi ed esenzioni che il duca Cosimo concedeva a partire dal 1556 a chi andava ad abitare a Portoferraio. Oltre ai forzati della galera le “persone delittose” erano costituite, come sopra accennato, da soggetti inviati al confino, relegati a vivere dentro la cinta muraria di Portoferraio senza poterne uscire o chiusi nella carceri di forte Falcone alla pena di detenzione.
Questa politica di inviare soggetti al confino in Portoferraio è continuata dai successori di Cosimo, talchè porta il Lambardi a scrivere “…intanto si concepisce di Portoferraio un dispiacevole idea, quanto che si vede ogni giorno mandare colà rattenuti o delittosi; ma ciò è seguito sempre sin dalla di lui fondazione, poiché come si è detto della primiera sua edificazione, il Duca Cosimo per popolarlo più presto che fosse possibile mandava colà tutti colpevoli e delittosi dello stato ed anche i forestieri che là si rifugiavano come in un sicuro asilo facendoli arruolare nelle Milizie del luogo…”
(Cfr .pg 244 di “Memorie antiche e moderne dell’isola dell'Elba” Sebastiano Lambardi. 1791 Ristampa fotomeccanica, Forni editore 1966. Bologna)
Nel settecento, di questa politica in cui Portoferraio è divenuta sede dove spedire prigionieri al confino e di forte Falcone dove chiudere alla pena della detenzione “persone delittose”, oltre a Sebastiano Lambardi, parlano le carte di archivio.
Nel dicembre del 1709 al governatore di Portoferraio Alessandro del Nero arriva lettera
“Al Sergente Generale Barone del Nero
Portoferraio
Ill.mo Sig. mio Pron. mo Col.mo
Sarà condotto costà con questa mia un tal Malostici se io non erro il quale dopo essere stato qualche tempo in queste carceri vuole il Padrone Serenissimo che sia posto in codesta fortezza del Falcone dove è mente di S. A. Reale che vi sia tenuto ristretto e non possa da essa sortire o a nuova commissione dell’A. S. Reale la quale vuole inoltre che VS Ill.ma gli faccia somministrare il vitto a proporzione e di più qualche cosa per il vestito in caso che ne avesse necessità
Di VS Ill.ma
Di Firenze 26 dicembre 1709
Dev,mo Obbl.mo Serv.re
Anton Francesco Montauti”
(Carta 394 .Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo sig Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio) - Foto copertina
Nel giugno del 1706 arriva a Portoferraio inviato dal granduca, “padrone serenissimo “, un clerico perché sia posto alla pena della detenzione dentro forte Falcone e questo avviene su commissione del vescovo di Arezzo. Deve restarci od essere liberato solo su istanza del vescovo medesimo
“Al Sergente Generale Barone del Nero
Portoferraio
Ill.mo Signore Mio Pron.mo Col.mo
Sarà condotto costà dai Famigli del Bargello d’Arezzo il clerico Anton Felice Ottaviani di quella città et il Padrone Serenissimo vuole che VS Ill.ma lo riceva e lo faccia porre nella Fortezza del Falcone per ivi dover stare ristretto e ben guardato fino a nuovo ordine di Monsignore Vescovo della predetta Città d’Arezzo le commissioni del quale sopra questo particolare dice S. A. Reale le che VS Ill.ma eseguisca sì di tenerlo come di liberarlo in caso ne facesse istanza il predetto Monsignore giacché S. A. Reale lo fa custodire nella suddetta fortezza per secondar le istanze di Monsignore medesimo
DI VS Ill.ma
Di Firenze 5 giugno 1706
Dev.mo Um.mo Serv.re
Anton Francesco Montauti”
(Carta 366. Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo sig Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio)
Nel dicembre del 1700 al governatore di Portoferraio, Mario Tornaquinci, arriva lettere scritta da Pier Francesco Montauti, nella quale si annuncia l’arrivo di due condannati al confino, che in caso di fuga dovranno essere messi al remo della galera. Quando arriveranno dovrà ad essi essere comunicato che non possono uscire dalla cinta muraria e che devono essere sottoposti astretta osservazione.
“Sergente Generale Tornaquinci
Portoferraio
Il.mo Sig. Mio Pron Col.mo
Saranno condotti costà Pasquino Maurri e Cosimo Fibbi ambi condannati dal Magistrato degli Otto il primo per starvi al confino a beneplacito di S.A. e l’altro in anni sette ; a questo in caso di fuga pena la Galera per detto tempo et all’altro pure la Galera a beneplacito dell’A.S.
All’arrivo loro doverà VS Ill.ma fargli ricevere e dare le comunicazioni opportune perché non siano lasciati sortire e gli sia tenuti gli occhi addosso .
Io pertanto ne porto questa mia e con notificarle la mia inalterabile osservanza resto
Di VS Ill.ma
Di Firenze L 31 dicembre 1700
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Pier Francesco Montauti”
(Carta 325. Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo sig Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio)
Nell’ottobre del 1706 arriva al governatore di Portoferraio l’ordine di liberazione dal confino di Gio Ridi
“Al Sig. Generale Barone Alessandro del Nero
Portoferraio
Ill.mo Sig Mio Pron.mo Col.mo
Alle suppliche del Sig () Quarate e suoi nipoti il Padrone Ser.mo si è degnato di liberare dal confino di codesta Piazza Gio. Ridi suo fratello, e però Vs Ill.ma dovrà farglielo sapere con ordinargli insieme che direttamente si porti alla Volpaia alla Casa del Ridi suo nipote, dove sarà ricevuto, e che non ordisca di accostarsi a dieci miglia dalla città di Firenze commettendogli altresì di consegnarsi ogni dieci giorni al Potestà di Rada pene il carcere non osservando. Così dunque VS Ill.ma dovrà eseguire mentre io notificandole la mia distinta osservanza resto.
Di VS Ill.ma
Firenze Lì 4 ottobre 1706
Dev.mo Obb.mo Serv.re
Anton Francesco Montauti”
(Carta 373. Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo sig Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio)
Nell’agosto del 1706 al governatore di Portoferraio Alessandro del Nero arriva da Firenze lettera con ordine del “Padrone Serenissmo” che Mannocci relegato in Portoferraio possa uscire dalla porta della città ma che gli sia impedito di trasferirsi a Firenze o altrove.
“Al Sergente Generale Barone del Nero
Portoferraio
Ill.mo Sig Mio Pron.mo Col.mo
Vuole il Padrone Serenissimo che codesto Mannucci che si trova costà relegato VS Ill.ma permetta che possa uscire dalla Porta ma non deve già Ella dargli mai la gita per trasferirsi qua o altrove ; che è quanto devo con la presente significare a VS Ill.ma e resto
Di VS Ill.ma
Di Firenze 21 agosto 1706
Dev,mo Obbl.mo Serv.re
Anton Francesco Montauti”
(Carta 372. Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo sig Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio)
Nel febbraio del 1721 Carlo Rinuccini da Firenze scrive al governatore di Portoferraio, Carlo Vieri, che il medico dr Giraldi arriva su ordine del granduca per visita medica ad Alessandro Maria Bartolozzi in detenzione a forte Falcone : che ciò gli venga permesso come pure gli venga permesso di visitare altri prigionieri che sono dentro il forte e altrove
“Al Sig Tenente Generale Vieri
Portoferraio
Ill.mo Sig. Mio Pron.mo Col.mo
Di comandamento di S.A.R. Nostro Signore riceva Portoferraio il sig Dot Giraldi al qual VS ill.ma permetterà che esamini codesto Alessandro Maria Bartolozzi che si ritrova ristretto nel Falcone e gli permetterà pure di esaminare chi altri egli desiderasse fra i prigioni che sono nell’istesso Falcone e altrove siccome qualunque altra persona che il predetto Sig Giraldi bramassi d’interrogare e si contenterà di dargli tutto il comodo e assistenza necessaria perché egli possa sodisfarsi e ben eseguire la commissione statagli appoggiata essendo questa la precisa volontà di S.A.R.
Di VS Ill.ma
Firenze 22 febbraio 1721
Umilissimo Obbligatissmo Servitore
Carlo Rinuccini”
(Filza “Lettere della corrispondenza del governatore Vieri dal 16 novembre 1720 fino a dì 29 novembre 1723“. C11. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio)
Marcello Camici
Foto di copertina - Carta 394 .Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig. Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio.
Foto 2 - Carta 366. Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig. Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio.
Foto 3 - Carta 325. Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig. Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore .Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799.Archivio storico comune Portoferraio.
Foto 4 - Carta 373. Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig. Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio.
Foto 5 - Carta 372. Filza “Lettere diverse sino all’anno 1709 al tempo dell’illustrissimo Sig. Barone Alessandro del Nero”. C9. Carteggio del governatore. Archivio del governo di Portoferraio 1553-1799. Archivio storico comune Portoferraio.