L’Isola d’Elba dal 1814 al 1815 ebbe la bandiera adottata da Napoleone, cioè campo bianco e traversa rossa con tre api d'oro. Napoleone scelse la bandiera del suo principato durante la navigazione, dopo averne discusso con suoi stretti collaboratori.
Napoleone, però, creò altre due bandiere: una da guerra e mercantile e un'altra personale. Questi due vessilli erano simili e si richiamavano a quelle del Granducato di Toscana. La bandiera fu quindi a tre strisce, rosso-bianco-rosso, con in alto all'asta in un cantone lo stemma elbano.
Questo vessillo sventolava sui bastimenti mercantili e sulla piccola flotta da guerra di Napoleone. Il prestigio che la bandiera delle tre api raggiunse fu grande.
Scrisse il Mellini, riferito alla bandiera mercantile: "Cinta dall'aureola di gloria, che circondava il nome di Napoleone, ancorché decaduto dalla sua grandezza, divenne in breve la più rispettata del Mediterraneo. I barbareschi, soliti a non rispettarne alcuna, avevano una specie di culto per essa, che consideravano come sacra... Quando la bandiera elbana entrava in qualche porto del Mediterraneo, Livorno eccettuata, era ivi ricevuta con vive acclamazioni e pareva che tornasse la patria con essa!".
Con la fuga di Napoleone, l’Isola d’Elba ritornò sotto il Granducato di Toscana, ma non scomparve la sua bandiera che nel 1840 fu ripresa ufficialmente.
Scrive ancora il Mellini nei suoi appunti che "dal 1836 a 1860 ebbe bandiera toscana con inquartatura nella parte superiore di uno scudo con campo bianco e traversa rossa con cinque api d'oro". Le api erano diventate cinque per rappresentare le cinque circoscrizioni elbane».
Lorenzo M.