Siamo nei primi anni del 1900 e Il mulino di Seccheto rappresentava un elemento fondamentale della vita economica e sociale del paese, testimoniando un’epoca in cui la forza dell’acqua era essenziale per le attività produttive.
La fotografia, scattata dall’attuale posizione della chiesa, ritrae quello che un tempo era il cuore delle attività agricole locali: il laghetto, chiamato "il Bottaccio", raccoglieva le acque del fosso di Vallebuia per alimentare il mulino di proprietà di Catta Giovan Batta, noto come "il Gasà".
Nei pressi del mulino si trovavano le abitazioni di alcune famiglie del paese.
A sinistra, viveva Beppe, babbo di Sauro Rocchi, con accanto la casa di Gagliano Pancani. Sulla destra, invece, abitava il babbo di Roberto Rocchi.
Per lungo tempo, il mulino ha rappresentato un centro di aggregazione, oltre che un’infrastruttura essenziale per la comunità. Con il passare degli anni e il cambiamento delle esigenze locali, negli anni '70 l’edificio fu utilizzato come piccola discoteca, diventando un punto di ritrovo per i giovani del paese.
L’edificio ha mantenuto viva la memoria del suo passato, rimanendo un simbolo della storia locale e un testimone dell’evoluzione della comunità e delle sue tradizioni.
Gian Mario Gentini
Doverose precisazioni:
La foto è scattata dall'alto, rispetto al Bottaccio e alle abitazioni, quindi non può essere stata scattata dall'attuale chiesa che è più in basso, almeno rispetto alle case.
Beppe e il babbo di Roberto Rocchi sono posteriori a questa foto.
Il babbo di Roberto è morto giovane, credo alla fine degli anni sessanta e la nascita del babbo di Sauro credo sia posteriore alla prima guerra mondiale.