Un’idea di particolare rilievo, promossa lungimiranza dal Circolo Pittori Elbani, ha recentemente arricchito l’offerta culturale di Portoferraio, donandole una nuova linfa in termini di visibilità, attrattiva e coinvolgimento cittadino. Si tratta dell’apertura di una sorta di “succursale” espositiva permanente all’interno dei locali della Caffetteria “La Dolce Vita” situati nella centrale piazza Cavour, che si affianca alla consueta mostra di arte figurativa che ha luogo periodicamente nelle storiche sale della Gran Guardia, sotto le arcate della “Porta a Mare” della città.
I sapori dell’Elba - Questo sodalizio tra artisti e gestori dei locali ha dato vita a una sinergia virtuosa tra cultura e impresa: un esempio concreto di come mondi apparentemente distanti possano collaborare per valorizzarsi a vicenda. I quadri degli artisti elbani, collocati lungo parete tra i tavoli dei bar, trasformano lo spazio del ristoro in un piccolo itinerario culturale, dove l’arte incontra i sapori dell’Elba. Il visitatore può così godere di un piacevole momento di pausa assaporando le delicatezze gastronomiche locali, mentre lo sguardo ene catturato da scorci pittorici che raccontano l’Isola e la sensibilità dei suoi interpreti.
In un periodo in cui l’Elba si prepara con cura all’arrivo della Pasqua e alla stagione turistica, e quando ogni Comune si adopera per offrire esperienze significative ai visitatori, Portoferraio non sembra, almeno in superficie, moltiplicare le occasioni di svago e innovazione ricreativa. Invece, proprio questa iniziativa del Circolo Artisti Elbani rappresenta un segnale chiaro: qualcosa di nuovo e di importante che sta accadendo. Non solo per la varietà e qualità artistica delle opere esposte, ma anche perché tali esposizioni costituiscono, in un contesto internazionale instabile come quello attuale, un’opportunità concreta per rivalutare l’arte come bene rifugio, capace di conservare – e talvolta accrescere – il valore economico nel tempo.
La forza compositiva - Scorrendo con lo sguardo le numerose opere esposte, si coglie la ricchezza di approcci e visioni che animano il gruppo dei pittori elbani. Alcuni quadri richiedono un’attenzione particolare, una lettura più profonda per decifrare l’intenzione simbolica dell’autore ed entrare in sintonia con la sua voce interiore. Altri, invece, si presentano con immediatezza, offrendo una bellezza visiva diretta e comunicativa, che conquista per l’armonia dei colori e la forza compositiva.
D’altra parte, in particolare, sembrano essere le tendenze che si affermano tra gli amatori d’arte: da una parte, coloro che prediligono la raffinatezza delle forme, dei colori e delle apparenze – una sorta di semiotica visiva che cattura al primo sguardo –; dall’altra, chi si lascia attrarre dal linguaggio simbolico, dall’essenza nascosta sotto la superficie pittorica, e cerca nei quadri un significato più profondo, accessibile solo attraverso una contemplazione paziente.
Un’opera in particolare, merita menzione perché sembra quasi tendere la mano all’osservatore, invitandolo a un gioco interpretativo. I simboli disseminati sulla tela, disposti in prima approssimazione in modo casuale, man mano che lo sguardo coglie la connessione, si rivelano nel loro significato. Da quel primo segnale intuitivo si dipana un racconto visivo coerente, una narrazione che però muta profondamente a seconda del punto da cui si inizia a leggere. Così, l’opera diventa uno specchio: restituisce a ciascuno una storia diversa, modellata sul proprio sentire.
Angoli di osservazione - Altri quadri, pur accompagnati da un titolo che potrebbe guidare l’interpretazione, si affidano quasi esclusivamente alla suggestione visiva dell’ osservatore: luci, forme e colori si fondono in composizioni che sfuggono al significato univoco, aprendo all’osservatore la libertà di cogliere il proprio messaggio.
Non mancano poi le suggestioni notturne: alcuni quadri ambientano le immagini nel buio della notte, da cui emergono riflessi vibranti e scintillii, evocando un’atmosfera tipica del neo-impressionismo. In questi lavori, la luce si fa protagonista, illuminando l’oscurità con tocchi quasi accecanti, che evocano l’incanto dei riflessi sulla superficie del mare o delle luci urbane nella quiete notturna.
Un altro filone di ricerca artistica si evidenzia in alcuni quadri che, attraverso un tratto netto e incisivo, mirano a distillare dalla realtà quotidiana un’essenza simbolica. È come se l’artista volesse afferrare ed estraendo dal loro contesto alcune cose ritratte apparentemente poco significative per conferirgli attraverso le forme una quasi vitalità da cogliere e custodire – una sorta di invito pittorico a vivere pienamente ogni frammento della quotidianità, in un moderno “Carpe diem” visivo.
Altri pittori, infine, dimostrano un raffinato equilibrio tra fedeltà al soggetto e libertà creativa. Le loro opere ritraggono con intensità reale corpi armonici femminili in sfumate inquadrature ambientali nel gioco delle luci affidandole alla emozionale che emerge l’estro artistico dell’ autore.
C’è anche chi ha scelto di dedicarsi al tema del mare, restituendone non solo l’aspetto esteriore, ma anche la sua dimensione emotiva e simbolica. In questi casi, la costa diventa linea di confine tra il mondo concreto e quello immaginario, tra ciò che conosciamo e ciò che, pur sfuggendo alla comprensione razionale, continua ad attrarci per la sua misteriosa profondità.
Molto altro si potrebbe raccontare, ma ogni articolo ha i suoi limiti e ogni visitatore ha diritto alla propria personale scoperta. L’invito è dunque di lasciarsi trasportare dalla triologia tra cultura, bellezza e accoglienza con un iniziativa che si pone come esempio di collaborazione intelligente e visione condivisa.
Alberto Zei