Sabato scorso, alla Gran guardia di Portoferraio si è svolto il secondo incontro dell'Accademia della cucina che ha visto protagonista il Sale, ma soprattutto sono state fulcro della discussione le Saline di Portoferraio.
Alle pareti erano messe in mostra le foto provenienti dalla collezione Foresi, che usualmente sono esposte alla Sala San Salvatore, che per soggetto hanno appunto i lavori delle varie saline del comprensorio portoferraiese.
Dopo l'introduzione di Leonello Balestrini che ha illustrato come la scoperta di come ricavare il sale dall'acqua di mare tramite bollitura sia partita dai popoli antichi, i Romani, i Sumeri e altri sino ad arrivare al nostro dopoguerra, quando ancora, di nascosto per via del Monopolio, era uso al Forte Inglese bollire l'acqua prelevata dalla Cala dei Frati in grandi calderoni per ricavarne il sale. Una cosa mi ha colpito particolarmente, il calcolo preciso che portava con questo sistema usando tre calderoni, a ricavare 15 kg. di sale e poi il fatto che il primo commercio del sale di Portoferraio avvenisse trasportandolo con barche a remi a Baratti per scambiarlo con altre merci.
E poi Umberto Gentini che da "topo d'archivio" quale è, ha esposto con carte provenienti anche dall'archivio storico di Firenze, la nascita e lo sviluppo sin dalla seconda metà del 1500, delle Saline delle Ghiaie, dell'Annunziata (oggi San Rocco) e alla Concia. Quando il sale di Portoferraio comincia ad essere esportato anche in Europa orientale, si creeranno anche le grandi saline di San Giovanni con il magazzino, e quella di San Giuseppe e dopo anche quella delle Prade con la Torre del sale.
Naturalmente non poteva mancare in questo contesto. Alvaro Claudi che ci ha deliziato con le note culinarie di tutti i tipi di sale del mondo. A conclusione la dott.ssa Villani invece ha spiegato per così dire quali sono le controindicazioni che l'abuso del sale può apportare alla nostra salute.
A questo punto vorrei fare una nota personale. Di tutte le Saline che esistevano nella rada portoferraiese, non rimane più nulla se non foto e ricordi. Rimane visibile solo una parte del muretto delle saline di San Rocco, eretto nel 1694 lungo 170 metri ed alto 1,5 metri. Forse era il caso di metterlo bene in evidenza, magari con un cartello che spiegasse agli elbani ed ai turisti, cos'è. E' una testimonianza minima ma forte del passato "industriale " dell'isola, che iniziato nel 1555 è arrivato fino alla metà del secolo scorso. Attività lavorativa che non ha avuto uguali per ciò che riguarda la durata, la siderurgia che subentrò alle saline compì il proprio destino in 48 anni, ed il turismo è storia troppo recente per poter competere in quei termini. Chiudo la parentesi, ché non sta a me decidere cosa fare delle bellezze cittadine.
Maristella Giulianetti