Un ex alunno, uno dei più intelligenti e intuitivi dei circa 9000 che ho avuto e che continuano a venirmi a trovare con affetto, Federico Nannicini, oggi mio medico, mi invitò ad andare al MOMA di New York a visitare una mostra di Willem de Kooning. Era il 1997
De Kooning rimane forse il mio più grande maestro ideale per la sua audacia nel trasformare violentemente la realtà per passare alla semplice e spontanea stesura sulla tela del colore con immediatezza.
Nato a Rotterdam il 24 aprile 1904, incomincia la sua carriera presso una bottega di pittori, frequenta l'accademia di belle arti a Rotterdam e poi scuole d'arte a Anversa e Bruxelles.
Nel 1926 si trasferisce a New York e comincia la sua carriera inventando forme nuove, astratte.
Con le sue linee caotiche e violente compone quadri che verranno esposti alla biennale di Venezia nel 1956.
La sua drammaticità esprime quel senso di angoscia che aveva già caratterizzato l'arte di Van Gogh.
Fu uno dei fautori dell'Action painting della pittura americana, che fu anche una nuova gloria della stessa America.
Negli ultimi anni della sua vita, funestati dall'Alzheimer e dall'alcolismo, il suo stile si contraddistingue per una pittura che tende soprattutto ad un ritmo di segni grafici.
E' di questo stile che vidi la sua mostra con Nannicini che mi stimolò un discorsetto che feci ad alta voce e che richiamò un gruppetto di italiani attorno a me, ad ascoltarmi.
Federico rimase contento e volle trasmettere le mie emozioni con interesse alle sue figlie.
Una cosa curiosa è che il giorno dopo il New York Times annunciava con grandi caratteri la sua morte, lo conservo ancora con commosso ricordo della brutta improvvisa sorpresa.
Debbo dire che la sua pittura mi ha stimolato il passaggio dall'espressionismo figurativo all'espressionismo astratto. Peccato che non ho vissuto a New York!
Italo Bolano
Nelle foto:
- Willem De Kooning – da Willem de Kooning biography
- Natura Morta
- Astratto