Quale libro ti porteresti su un’isola deserta? E’ una di quelle domande retoriche ricorrenti almeno quanto quella sul chi buttare giù dalla torre. Ora, a parte il fatto che non esistono più isole deserte (e in ogni caso se uno ci finisce come Robinson Crusoe non ha mai il tempo di scegliere il libro o i libri da portarsi dietro), la domanda retorica contiene comunque un binomio importante: isola e lettura. Perché la lettura porta con sé, fin dalle sue origini, l’isolamento volontario di chi legge, proprio come, dall’altra parte, per chi scrive è fondamentale la ricerca dell’isolamento, di un proprio luogo-isola dove stare da solo con le proprie idee, i propri pensieri, per trovare un ordine e un filo narrativo.
L’isola, luogo di storie e specchio dell’anima
L’isola è anche uno dei luoghi ideali per ambientare romanzi e storie. Perché offre, in qualche modo come una casa, un microcosmo dentro cui cominciano, si svolgono, si dipanano, finiscono storie, che poi non finiscono comunque mai perché ci rimangono dentro e perché si trova sempre qualcuno che le riprende per raccontarle, a modo suo. L’isola è un luogo in cui si è costretti dagli eventi (da Crusoe alla coppia Melato-Giannini di Travolti da un insolito destino in un azzurro mare d’agosto) o un miraggio da raggiungere (l’Itaca di Ulisse o la Zacinto di Foscolo, e tante altre). Lì, nelle isole più o meno solitarie o abitate, le diverse vite si intrecciano, non solo con quelle degli altri uomini e donne, ma con quelle della natura dentro cui siamo immersi. L’isola è un luogo che ci costringe a fare i conti con la natura ben più che una metropoli (anche se Paul Auster, ad esempio, sa fare di New York una straordinaria isola-scenario, ma Manhattan è pur sempre un'isola ). E così quasi sempre il paesaggio dell’isola è spesso ben più presente, nei racconti, di altri luoghi. Protagonista, non solo scenario.
A sua volta l’isola fa da specchio per chi ci vive, mette a confronto con la propria individualità, con il nostro stesso essere isole, ma sempre e comunque collegati e interconnessi alle altre isole del cui arcipelago facciamo parte.
Così accade per il lettore e per lo scrittore che, una volta terminata la lettura o la scrittura, hanno un profondo bisogno di reimmergersi nella relazione con il mondo circostante, comunque cambiati, più o meno percettibilmente. E vogliono condividere quello che hanno scritto (attraverso le copie dei libri che cominciano a circolare e diventano occasione di conoscenza e di esperienza per gli altri), o quello che hanno letto, raccontandone agli amici o alle persone più care vicine e lontane. Scrittura e lettura rappresentano anche il continuo cambiamento, la trasformazione che avviene in noi nel tempo, e un movimento di andata e ritorno dalla nostra isola verso le isole che sono gli altri.
I porti e le barche nel mare dei libri
In questo perenne viaggiare e percorrere le pagine e la vita (con pagine in cui a volte cerchiamo persino di dar senso alla vita) ci sono i porti rappresentati dalla librerie e dalle biblioteche. E’ lì che approdano i libri e trovano una loro collocazione, ordine o significato. Nel mare sempre più vasto delle possibilità (vengono pubblicati ogni anno oltre 50.000 libri, qualcosa come mille a settimana) il libraio (e come lui il bibliotecario) sfoglia, sceglie, cataloga, ordina quelli che pensa possano rispondere meglio alle persone-isole che conosce o si illude o spera di conoscere. E dà consigli. Venendone ricambiato in informazioni e affetto da chi ha trovato le pagine giuste per lui. Ovviamente questo avviene dove c’è un vero porto, con le giuste dimensioni e comandanti esperti, attenti e coscienziosi, e non nei non-luoghi rappresentati dai supermercati del libro, dove arrivano navi-container con le ultime novità di consumo, riempiti e svuotati come merci qualunque.
Infine ci sono i mezzi di informazione, che possiamo paragonare a imbarcazioni più o meno grandi che provano a loro volta a districarsi tra l’immenso mare di libri e di voci di ogni tipo, per selezionarne alcune, necessariamente poche, e segnalarle ai lettori attraverso chi nel tempo ha imparato a nuotare e a individuare qualche faro e qualche testo-isola più interessante degli altri.
In cammino con i libri
Non mi ero mai proposto, in tanti anni di giornalismo, per una rubrica scritta con periodicità fissa su libri e scrittori. L’ho fatto ora, con Elbareport, perché finalmente mi sento pronto e ne vedo, in questo giornale on line, le condizioni ideali. Intanto considero questa nuova navigazione, in altra forma, una ripresa e una continuazione della bellissima e impagabile esperienza condotta tra il 2000 e il 2009 a Rainews24, con la rubrica Incontri. Il sito www.incontri.rai.it sopravvissuto alla rubrica, si può ancora navigare in lungo e in largo, scoprendoci sempre qualcosa. Contiene interviste video e scritte a oltre 150 scrittori di 62 Paesi, o sintesi di loro incontri pubblici. Per nove lunghi anni ho ascoltato e trasmesso le loro voci e gli sguardi originali sul mondo che ciascuno proiettava attraverso i propri libri.
Dopo aver dato voce a tanti, essendo tra i fortunati che hanno potuto accedere alla pensione secondo le vecchie regole, ho trovato il tempo per me e ho scoperto la mia, di voce, per intrecciare e narrare, nel mio primo romanzo, storie vere e inventate. Dopo essere stato per decenni soltanto lettore e levatore di voci altrui, (oltre che “saggista”, trenta e più anni fa, ma è tutta un’altra storia), sono passato ora anche dalla parte del narratore, dello “scrittore”. E’ successo per caso, almeno per me, c’è chi lo chiama daimon, un demone richiamato nell’anima da una vocazione nascosta. E mi è successo perché sono stato attratto da storie antiche e recenti dell’isola d’Elba, un’isola su cui non avevo mai messo piede, in tanti anni, fino a quando non mi ha colpito la storia di Paul, nato in queste acque, e delle sue origini. Alla vostra (nostra?) isola devo la nuova esperienza che si è innestata, con mia grande sorpresa, a questo punto della mia vita. E nell’isola ho trovato, con altrettanto grande piacere, lettori pronti e interessati all’ascolto.
Un viaggio tutto da scoprire
Ecco, ora che non ho più paura di ascoltare e far uscire anche la mia voce, mi piace continuare a condividere, attraverso una scrittura ormai rodata e una lunga navigazione tra i libri, le conoscenze ed esperienze di lettore. Non so ancora con esattezza cosa tratterà di settimana in settimana questa rubrica il cui titolo Sergio Rossi ha scelto subito tra i molti possibili: L’isola della lettura (e la fertilità del titolo l’ho sperimentata oggi, nello scrivere queste note). Indicherò libri, non necessariamente appena usciti: non intendo inseguire a tutti i costi l’ultimo prodotto sul mercato (anche se qualcuno finirà certo nella rete, come l’ultimo di Massimo Recalcati, da cui partiremo mercoledì, e i prossimi Diari di Terzani); parlerò degli autori, quelli che ho conosciuto e che più mi hanno colpito, rimandando a libri e a link di filmati; ci saranno articoli (chiamateli pure post, ma preferisco la vecchia dizione) che incroceranno più letture, per analogie o differenze; l’isola, le isole, vere e metaforiche ritorneranno spesso, immagino. Navigherò a vista, insomma, restando in ascolto di chi legge, e integrando questa rubrica con quello che continuerò a offrire (continueremo, con Stefano Lamorgese, in particolare) sul sito elbadipaul, attratto sempre più magneticamente dalle vie misteriose e affascinanti dell’Ottopensiero.
Grazie Sergio, grazie prossimi lettori, grazie isola d’Elba per questa opportunità. E si dia inizio al viaggio, di chi scrive e di chi legge, verso e dentro la misteriosa isola della lettura.
Luciano Minerva