In occasione dei rinnovi amministrativi, seguo su internet le notizie che parlano di rilancio dell'Elba, di nuove e grandi opere e programmi.
Ben vengano! e speriamo che si faccia qualcosa realmente!
Anche il Museo del Granito, che è un intervento molto contenuto, potrebbe dare immagine all'isola ed essere espressione di questo fermento e voglia di fare.
Talvolta sono importanti anche le piccole cose.
Nell'anno 1999 ho iniziato il progetto per costruire il museo, con il recupero di un'antica torre medievale a San Piero, nel Comune di Campo nell'Elba, ma è tuttora un'opera rimasta incompiuta per varie vicissitudini amministrative.
Il paese di San Piero termina nella parte a sud con un'ampia terrazza panoramica sul golfo di Marina di Campo, è questo il luogo che ospita la torre, unita alla chiesa di San Niccolò, qui gli antichi portali e davanzali delle finestre parlano di tradizioni e tecniche non più usate, quando il granito, scolpito a mano rappresentava un significativo elemento per abbellire la propria casa.
Ora i lavori sono fermi anche con un finanziamento erogato dalla Regione Toscana, proprio a fronte dell'ultimo progetto che ho predisposto.
Con la chiusura dell'Unione di Comuni la competenza è passata alla Provincia di Livorno che però non sembra interessata a terminare i lavori e utilizzare questo finanziamento, di cui i dirigenti della Regione affermano essere ancora disponibile, oltre ad altre somme che potrebbero concedere per ultimare integralmente il museo.
Non si tratta del Museo dei Minerali, che per altro è nato molto dopo, ma è già da tempo funzionante.
Il Museo del Granito rappresenta per l'Elba ed in modo particolare per il versante sud occidentale, una significativa opportunità dal punto di vista culturale e storico.
Fin dalle epoche più remote, l'attività di estrazione del granito, aveva caratterizzato il versante sud del massiccio granodioritico del Capanne, con numerose cave, dove il materiale veniva lavorato per poi essere trasportato fino ai luoghi di destinazione, tra cui in epoche antiche anche nel Pantheon e nel Colosseo.
Anche oggi dopo oltre 2000 anni di attività estrattiva e lavorazione, il versante a sud ovest continua ad accogliere piccole cave, a perfetta dimensione d'uomo, dove si prosegue a lavorare, pur con gli adeguamenti tecnologici, sulla scia della millenaria tradizione.
Ed è questo ciò che vuol rappresentare e ricordare il Museo, quale testimonianza e raccolta di espressioni di un'autentica arte popolare, sempre affiancata dall'alto livello artigianale degli scalpellini locali e del loro duro lavoro.
Le piccole sale espositive dovranno accogliere la storia di un versante dell'isola, attraverso fotografie d'epoca, manufatti, metodi di lavorazione, strumenti, filmati e disegni.
Il museo non sarà contenuto soltanto nel limitato spazio interno della torre, ma abbraccerà l'ambiente esterno, che diventerà luogo espositivo per opere di maggiori dimensioni e rappresenterà un portale verso conoscenze, saperi, tradizioni che la comunità locale deve custodire, memorie cui attingere per trasmettere sentimenti emozioni e passioni.
Arch. Stefano Castagni