Un importante e probabilmente involontario esperimento scientifico si è svolto in questi giorni nel territorio isolano confermando definitivamente una tesi già più volte dimostrata.
Non conoscendo bene la storia del canile ho sempre immaginato che la sua mancata realizzazione fosse dovuta sostanzialmente ad una quantomeno lamentata mancanza di fondi.
Temo però, alla luce di quanto sta emergendo in questi giorni, che non sia così. Infatti i soldi sembra ci siano, ma nessuno dei nostri otto sindaci ha davvero voglia di procedere.
Addirittura il Comune di Capoliveri motiva il suo rifiuto, per bocca del primo cittadino, dicendo che, vero, i soldi ci sono, ma spenderli per il canile potrebbe impedire di spenderli per altre cose. In soldoni (per rimanere nel tema), se io spendo soldi, ad esempio, per curarmi non posso spendere gli stessi soldi per comprarmi, che ne so, una lavatrice.
Si tratta insomma di una affermazione logicamente inoppugnabile anche se non particolarmente brillante. Alla luce di quella affermazione e del comportamento degli suoi sette colleghi è utile ricordare che quanto (non) sta succedendo per il canile è già successo per tutti gli altri problemi che affliggono l’isola nel suo insieme territoriale. Senza fare la solita infinita lista accenniamo solo ai trasporti, ai rifiuti, all’acqua, alla sanità, ai rapporti con il Parco.
Dunque l’esperimento che può essere definito “del paradosso del frenetico immobilismo elbano”, effettuato attraverso lo stanziamento del denaro necessario a costituire un canile comprensoriale e che offre come risultato la mancata realizzazione del canile stesso, dimostra scientificamente che, pur non avendo certezza del fatto che un solo, unico Comune dell’Elba avvierebbe a soluzione i nostri ormai antichi grattacapi, i nostri attuali otto pollai sono SICURAMENTE incapaci di farlo.
Il Mitile Ignoto