‘azzo (perdindirindina) che pettinata! Incicciati senza pietà! Quelli di SEL, nella risposta al duo Mazzei-Fabiani sulla Toremar (leggete che merita), sono stati di una "cattiveria" tale che ci corre l’obbligo di rendere noto, a scanso d’equivoci, che questa volta noi non ci entriamo, anzi quasi-quasi ci si dissocia dal perfido scritto.
Ci si dissocia ma si resta in argomento: troppo forte l’ultimo comunicato della Provincia, nel quale si legge che il l’assessore Piero Nocchi, "In qualità di presidente dell’Osservatorio Provinciale sui Trasporti“ (come dire capo un organismo-catafalco, snello quanto un ippopotamo obeso, efficace come un guantone da boxe per depilarsi) “nel prendere atto delle difficoltà e degli inconvenienti riscontrati dalla nave Lora D’Abundo durante le operazioni di attracco al molo del porto di Rio Marina” (toh! Chi lo avrebbe mai detto!) “ha chiesto all’assessore regionale, Luca Ceccobao, di convocare un incontro con la società Toremar per rimuovere gli inconvenienti registrati"- Fine – Fin – The End.
Orbene, è nota la nostra sconfinata ammirazione per il chiusino (absit iniuria verbo, è stato anche sindaco di Chiusi) assessore-ferroviere del quale tanti piddici, pure locali, bardi cantarono le laudi, e che questa meravigliosa privatizzazione che tutto il mondo ci invidia ci rivogò, così la “fiera supplica” a lui rivolta dall’osservatore-capo di “rimuovere gli inconvenienti registrati”, ha scatenato le nostre più perverse fantasie.
Abbiamo pensato ad un salvifico nuovo super-eroe che piomba dal cielo fasciato da una tutina di lastex aderente e “rimuove gli inconvenienti”.
Un SuperCeccobao, insomma, che in quattro pattoni scorcia la Lora e l’abbassa, allunga il molo, poi ci ripensa e, già che c’è, capicula (ruota di 180 gradi per i foresti) tutto il porto di Rio Marina, così lo mette a ridosso, e, senza aspettare i ringraziamenti del popolo ammirato e festevole, riparte come un missile verso l’alto, portandosi in collo come fosse Lois (Luisa) Lane, Stelio Montomoli che gli ha chiesto un passaggio, e sparisce puntiforme tra le nuvole, mentre gli uomini (commossi) lacrimano, le donne (turbate) svengono e i bimbi delle scuole (rapiti) salutano con le manine.
Forse qualcuno di loro, facendo i compiti a casa, tra qualche ora, scriverà nel temino: “Cosa farò da grande: io quando che divento grande volio fare il Ceccobao”