Cosa fatta capo ha. Dopo il calma e gesso di qualche giorno fa il neopresidente di Toremar risponde così, con rinnovata arguzia, alle domande rivoltegli nel corso dell’incontro dibattito tenutosi alla festa di SEL, nei giardini di Carpani, la sera di sabato 23. Domande relative sia alla privatizzazione della compagnia, presentata come necessaria per favorire la concorrenza nei servizi di navigazione fra le sponde del canale e che si è, ohibò, inopinatamente risolta con la creazione del semimonopolio Toremar/Moby di proprietà Onorato, sia ai ritardi e ai disservizi che stanno movimentando gli spostamenti, forse considerati noiosamente privi di eccitanti novità, degli abitanti dell’arcipelago e dei turisti che ne alimentano la vita.
Il surreale risultato delle brilluccicante politica privatizzatrice voluta (esclusivamente per il trasporto marittimo) dagli assessori regionali simpaticamente soprannominati da alcuni maliziosi isolani cazzuola e rotaia, i quali si sono avvicendati nel sostenere la necessità storica dell’operazione che ha divertito gli abitanti dell’arcipelago quasi quanto il teatrale (ci perdonino i morti) naufragio eseguito magistralmente da Schettino coadiuvato dalla sua compagnia di giro, non scalfisce la calma (e il gesso) del neopresidente.
Secondariamente il neopresidente ha comunicato ai presenti, pochi e in buona parte increduli e attoniti, che la Lora resterà e anzi finirà per piacere, che le tariffe per quest’anno non cambiano, ma il prossimo probabilmente si e che (forse, ma di nuovo probabilmente si), ad autunno anche Blu Navy toglierà il disturbo. Per non infierire sugli ultimi volonterosi rimasti, alcuni dei quali già stramazzati al suolo, il neopresidente ha preferito evitare un ultimo stuzzicante motto di spirito che avrebbe potuto suonare così: chi non mangia ‘sta minestra (a voi indovinare il seguito).