In una splendida giornata di sole, con un mare di un azzurro intenso e fortunatamente piatto, si è consumata la gita a Montecristo della Giunta e dei consiglieri comunali di Portoferraio o, meglio, dei consiglieri della sola maggioranza, visto che il Presidente del Consiglio e i 4 consiglieri della lista Cosetta Pellegrini Sindaco non erano presenti, per protesta contro la scelta del Sindaco di tenere la seduta consiliare in quell’isola. Lo sbarco è avvenuto verso le 11 di domenica scorsa. Prima di iniziare i lavori del Consiglio , sulla spiaggetta di Cala maestra, c’è stata la consegna da parte del Sindaco di una targa con le api d’oro della bandiera dell’Elba ai rappresentanti del Corpo forestale distaccati a presidio dell’isola. Quale sia stata la ragione della donazione di una targa con le api napoleoniche non l’abbiamo compreso. Forse perché siamo ancora nell’anno della celebrazione del bicentenario dell’arrivo di Napoleone all’Elba. Ma lasciamo perdere. Ci sentiamo tuttavia di fare un appunto, anzi due . Visto che era stato scelto un dono che ricorda l’esilio napoleonico, sarebbe stato più intonato e spettacolare far consegnare la targa al nostro Franco Bellosi nelle vesti di Napoleone, accompagnato da una rappresentanza di soldati della Petite Armée e da alcune dame di corte. E poi, diciamocelo, se la piccola cerimonia balneare, fosse stata anche allietata dalla Scuola di canto della Sig.ra Giovanna Fratini Ciaponi con l’inno d’Italia e la Marsigliese, l’evento avrebbe avuto ancora più risonanza mediatica. Gravi mancanze!
Ciò non ostante la seduta è stata definita addirittura “storica”. E’ stato detto che dall’unità d’Italia mai si era tenuto un Consiglio comunale nella Villa reale dell’isola di Dumas.
Chissà perché tutte le Amministrazioni, nessuna esclusa, che si sono succedute alla Biscotteria dal 1861 in poi, non hanno mai avuto l’originale pensata di convocare il Consiglio di Portoferraio a Montecristo. E’ stata una deprecabile disattenzione, a cui ha posto finalmente rimedio il neo Sindaco Ferrari, già detentore del primato di uno straordinario avvio di legislatura con un Consiglio canoro, anch’esso destinato a passare alla storia, o ci sono sempre state ragioni di legittimità e di opportunità, che hanno impedito la trasferta ?
Se domenica 19 fosse arrivata un’altra sciroccata poteva essere forse provvidenziale: il Sindaco avrebbe avuto qualche altro giorno per riflettere; per capire che c’erano almeno due buone ragioni per annullare lo sbarco.
La prima è che sulla scelta compiuta grava qualche non trascurabile dubbio di legittimità. Basta leggere il Regolamento di funzionamento delle sedute consiliari. La seconda sta tutta nella inopportunità della convocazione di una assemblea consiliare in un luogo, certamente di grande fascino, ma un po’ troppo lontano; posto a molte miglia marine da Portoferraio. Le riunioni dei Consigli comunali sono, per legge, aperte al pubblico. Ciò comporta che la sede dove è giusto convocarle deve essere di facile accesso per i cittadini.
In questo caso poi all’ordine del giorno c’era, tra l’altro, la discussione e l’approvazione di un documento sulla sanità; quindi su un tema di grande interesse sociale. Per fortuna che il Sindaco ha avuto alla fine il “lampo di genio” di proporne il rinvio. Purtroppo l’ha avuto tardivamente quando ormai lo sbarco era già avvenuto.
E’ stato preso impegno a portare il documento sulla sanità all’ordine del giorno di un prossimo Consiglio che si è già annunciato di voler fare, questa volta, all’interno dell’ospedale. Va bene non farlo nella apposita sala del Palazzo comunale, potendo prevedere una certa affluenza di pubblico; ma non sarebbe il caso di pensare ad un luogo dove possano partecipare comodamente anche i cittadini? Non so al teatro dei Vigilanti o alla ex Caserma De Laugier o nella sala della Provincia. All’ospedale, dove? Nell’atrio; in qualche corsia? O magari, tempo permettendo, fuori all’aperto sopra o sotto la piattaforma dell’elicottero? Invito il Sindaco a “meditare” attentamente prima di scegliere la sede e il Presidente del Consiglio prima di firmare la lettera di convocazione.
Giovanni Fratini