Si narrava un tempo in queste plaghe di una triste storia di due prosciutti che, dopo il passaggio a miglior vita del maiale di casa, un contadino aveva appeso per la necessaria stagionatura al soffitto della cantina bene in alto, al sicuro dai ratti, talché per staccarli sarebbe stato necessario usare una scala.
Il figlio dell'agricoltore però iniziò ad obiettare che lì in alto non c'era circolazione d'aria e che i prosciutti sarebbero maturati meglio se appoggiati su un asse più in basso. Tanto il giovane fu insistente che alla fine il vecchio, convinto, rimosse le penzolanti (e all'epoca preziose) cibarie e le trasferì più in basso.
Però lo spostamento si rivelò tale che i due prosciutti giunsero a portata di mano di un rimasto ignoto sgraffignatore (probabilmente complice del figlio fraudolento consigliere) che introdottosi nella cantina rubò facilmente i prosciutti.
Il contadino accortosi del furto, piangendo il prosciutto perduto, commentò con una frase destinata a passare alla minima storia locale:
"Steveno bene come steveno, pendiconi come d'ereno!" (in italiano: "Era molto meglio che fossero rimasti appesi colà dove erano stati originariamente collocati").
Qualcuno si sarà già chiesto dove mai vogliamo andare a parare dopo aver raccontato l'aneddoto, che mette in guardia dall'innovare sciocco che può farci perdere consolidati beni e favorire gli appetiti della immancabile "mardola" (trad. "Martora" in senso figurato persona scaltra ed opportunista, incline al furto).
E' presto detto non c'è da muoversi, anzi da navigare, a lungo, basta spostarsi quel tanto che basta per approdare sul porto di Marciana Marina, o meglio sulla scriteriata idea di trasformare il gioiellino paesaggistico che è in un mega-troiaio cementizio che Cimabue ed i suoi fidi scudieri, non paghi delle rotture e dei guai in cui si sono cacciati, sempre ragionando di porto marinese, vorrebbero lasciare ai posteri come opera del regime ciumeiano.
Ora a giudicare dai cori di giubilo e di approvazione che si sono levati da più parti (alla Marina e altrove) nonché tenendo conto della scommessa di un attento osservatore (neppure elbano): "Se la Regione glielo passa così faccio il giro del porto in mutande", abbiamo fondati motivi per pensare che l'Assessore Marson i presciutti li lasci "pendiconi come d'ereno" - anche se qualcuno se ne va in giro nel suo habitat naturale, i bar marinesi, a dire che il gatto è nel sacco e l'orso già spellato - e pensiamo che le probabilità che il vagheggiato superapprodo veda la luce, così come è stato proposto, si possano contare sulle classiche dita di una mano monca, tuttavia ...
Tuttavia può anche essere che questo pretendere come finemente si usa qui dire "... e un po' di culo e un fiasco d'olio" (detto di inaccoglibile richiesta) sia in sé funzionale... a farsi dire di no.
E la colpa se il porto non si farà, se neanche vi saranno condotti i minimi (e necessari) interventi dettati da una saggezza che fino ad ora non ispira i maggiorenti marinesi, beh allora la colpa sarà degli ambientalisti, dei comunisti, dei giornalisti, di Pasquale e della Regione Cinica e Bara.