Molti, anzi moltissimi anni fa, un illustre clinico fu eletto presidente della nostra provincia, e possiamo testimoniare, per vicissitudini personali, che egli era dotato di una grande carica di umanità oltre che di incontestabili compenze professionali.
Il suo limite come amministratore fu però, paradossalmente, l'entusiasmo con il quale si dedicava anche alla cura della cosa pubblica, che lo portava a prendere impegni ed a far propositi che poi si rivelavano "ai confini della realtà" come si chiamava una serie di telefilm americani che proprio in quegli anni riscuoteva un grande successo.
In più il presidente, dal carattere un po' umorale, era portato ad improvvisare esternazioni delle sue "intuizioni", quando meno ce lo si poteva aspettare.
Fu così che in un incontro con amministratori ed autorità locali nel quale si parlava della problematica viabilità elbana e della difficoltà di raggiungere il versante minerario (allora la strada provinciale del Volterraio non era neppure asfaltata) se ne usci improvvisamente con un'idea che lo aveva folgorato: "Potremmo costruire un tunnel che passi sotto il monte!".
I solerti funzionari che il nostro si era portati dietro (senza avvertirli - perché non ci aveva pensato prima - dell'immaginifica soluzione che intendeva proporre) impallidirono, e uno di loro si mise immediatamente ad eseguire dei calcoli (a matita come si usava allora) su un pezzo di carta, e mentre ancora l'ideatore magnificava di fronte al perplesso uditorio i vantaggi della gigantesca opera che vagheggiava, gli soffiò in un orecchio: "Presidente ... e ci costa più di tutto il bilancio della Provincia..."
Abbiamo raccontato l'episodio dopo aver letto sui social network, che per molti versi rappresentantano la versione aggiornata dei chiacchieratoi da bar o da bettola (con immancabile transito di camparini o quartucci), la proposta della edificazione di un comodo ponte (immaginiamo stradale e - perché no? - ferroviaro) che colleghi Cavo con la terraferma, tagliando così la testa al topo (o forse nel caso meglio l'espressione "togliendo il vin dai fiaschi") con la soluzione radicale dei problemi del trasporto marittimo per l'Elba che a quel punto non avrebbe neanche ragion d'essere.
Siamo ammirati, non ci risulta che mai il genio elbano si fosse spinto così oltre: eravamo rimasti al Porto Turistico in vasca scavato a terra alle Prade, al canale navigabile tra Mola e lo Stiopparello, all'aeroporto intercontinentale di Pianosa (collegato con navette-navetta a Campo) al parcheggio sottomarino del Grigolo, al bacino di carenaggio di Concia di Terra, e ad altro...
E ci par giusto che si affacci al mondo una nuova generazione di inventori ilvati, che si spinga là dove neppure i Bensa avevano osato, anzi ci sembra già di vedere l'ardita opera correre con le sue campate nel cielo del canale, con il suo flusso veicolare e i treni sopra e con le grandi navi che incrociano e sfilano sotto le possenti arcate, con le attrezzate e panoramiche aree di sosta di Palmaiola e Cerboli.
Certo realizzare tutto ciò costerebbe probabilmente più di quanto Matteo Nazzareno Renzi ha annunciato di voler spendere in opere pubbliche in tutta Italia, ma sono questi particolari trascurabilissimi
Commossi da tanto pensare vorremmo rivolgere un'ammirata domanda al fautor del ponte, rispolverando un'antica frase d'omaggio in uso tra i ferajesi:
"Ma a te, chi t'ha sciolto?"