In queste settimane purtroppo per impegni di lavoro non riesco più a seguire con la stessa intensità le cronache elbane anche se cerco di documentarmi per quanto sia possibile.
Ieri sono rimasto colpito da 2 notizie che non vorrei venissero marginalizzate come spesso accade nell'ambito di avvenimenti accaduti e dopo pochi giorni dimenticati.
Li ritengo segnali pericolosi di un continuo e generalizzato declino, eventi che segnalano in maniera diversa ma univoca che l'Elba, un'Isola meravigliosa sotto tanti punti di vista, è sempre più marginalizzata, dimenticata, abbandonata e sempre di più sola e lasciata a se stessa.
Di episodi ve ne sono stati anche recentemente nel campo della Sanità di cui si è detto e letto molto senza apparenti risultati, da oggi annoveriamo altri due eventi che confermano l'assoluto declino in corso.
Mi riferisco alla chiusura della Libreria "Il Libraio" a Portoferraio e all'accorato appello del Sindaco di Rio Elba alla attuale situazione della viabilità elbana, specialmente quella del settore orientale elbano (Rio Elba e Rio Marina).
Quando una libreria chiude tutto diventa più triste. Si fa triste la strada, il quartiere, la città. Una libreria che chiude ti addolora quasi come quando muore un poeta, quando vedi un albero bruciato, un bambino picchiato, un animale maltrattato.
Quando una libreria chiude diventi triste.
Quando una libreria chiude è come una bella favola che finisce.
Quando chiude una libreria è sempre una sconfitta, anche se non era quella che frequentavi abitualmente, anche se passeggiando scopri per caso una serranda abbassata con un cartello che riassume “perché non ce l’abbiamo fatta” nonostante la mobilitazione di amici, lettori, stampa, cittadini indignati, nonostante le solite promesse disattese dei politici.
Ad ogni chiusura corrisponde una pericolosa contrazione della diffusione del sapere, un nodo che si stringe attorno al collo della società. Uno sfregio alla cultura. Quel sapere di cui abbiamo enormemente bisogno per riemergere dalla situazione in cui ci troviamo.
Quando una libreria chiude è sempre una sconfitta della comunità in cui viviamo. Una caduta morale, intellettuale e culturale che determina un arretramento della civiltà. Anzitutto occorre considerarli luoghi di civiltà ed hanno la medesima importanza sociale di un teatro, biblioteca, sala da concerto, museo, scuole e università.
Di converso quando una viabilità già di per se penalizzata come quella dell'Elba viene abbandonata a se stessa, alla imperante e selvaggia burocrazia, ad un continuo e sempre maggiore silenzio anche della politica locale (non di tutta per fortuna) che si ricorda dell'Elba solo al momento dell'inizio della stagione turistica non si può certo dire che soprattutto per chi osserva dall'esterno, fruitore o meno dei servizi locali, sia un bello spettacolo.
Il combinato disposto di questi due eventi deve essere un monito sempre più evidente che qualcosa ormai da tempo non funziona. Se non sono le persone che rappresentano la locale politica forse è il metodo utilizzato per esercitarla che non risulta efficace ma qualcosa che non va esiste e se non dovesse essere posto rimedio al declino culturale non meno pericoloso di quello dei servizi locali (qualunque essi siano) sarà molto difficile e sopratutto miope accontentarsi di decantare l'Elba solo per i pochi avvenimenti culturali che qualche lungimirante Sindaco organizza ancora durante il periodo estivo. Non funzionerà più a lungo.
Ricordiamoci che l'Elba esiste tutto l'anno e non solo da Giugno a Settembre.
Che quanto accaduto e sta accadendo sia da monito e stimolo anche se la Speranza non sempre è l'ultima a morire.
E che il sacrificio di chi ha gestito con passione e cura uno degli ultimi baluardi culturali a Portoferraio non vada perso inutilmente.
Marco Contini