Alcuni anni fa un giovane elbano, in domenicale trasferta sportiva, si rese protagonista, in un ristorante del contado fiorentino, di una lite generata da un "qui pro quo" ittico-pollino che per un pelo non si trasformò in rissa.
Era accaduto che il nostro concittadino si fosse sentito proporre dal cameriere come secondo piatto "un capponcello al forno con patate".
"Bono! - esclamò il nostro concittadino pregustando le fini carni dell'erubescente pesce - porta, porta!"
Ma di li a poco quando il cameriere si ripresentò, e servì il piatto come da comanda, la musica cambiò"
"Amico ... - disse l'isolano - 'un ci siamo mica intesi - avevo ordinato il cappone .. questo è pollo..."
"No signore - replicò l'altro contrariato ma ancora educato - l'è un capponcello glielo garantisco"
"Allora mi pigli pel culo - sbottò l'isolano - o che so' guercio? Questo è pollo!"
"L'è capponcello! - disse l'altro che a sua volta cominciava a incazzarsi di brutto - come glielo devo dire che l'è un capponcello!"
Per fortuna, prima che lo scontro dal piano delle parole si trasferisse ai pattoni, qualcuno si premurò di interporsi spiegando al deluso ragazzo di mare, che un capponcello da quelle parti era un gallo castrato non molto anziano, ed al terricolo che presso i selvaggi elbanesi non era costume evirare i galletti e che il "cappone" per loro era soltanto un pesce.
Il reiterato disperato "l'é un capponcello" mi è tornato in mente nell'udire il nostro amato Premier dire "l'è di sinistra", di quel troiaio di riforma del lavoro che ci ha servito e che forse , per decenza, ha chiamato in inglese "jobs act", forse per stabilire che trattavasi di una cosa diversa da quella cosuccia citata nell'articolo 1 della nostra Costituzione, che infatti non mi pare reciti "L'Italia è una Repubblica fondata on the job".
Ma come, ti spingi laddove nemmeno osarono i berlusconi, abolisci l'articolo 18, dai mano libera ai licenziamenti discriminatori e di massa, e poi ti presenti al campo sportivo, con un muso che ci rimbalzerebbero sopra i palanconi greci (faccia tosta per i foresti), a dire "l'è di sinistra!"?
Potrai affermare quello che ti pare, ma tu, il tu' governo, il tu' partito, la tu' politica, il tu' babbo, la tu' ministra Boschi, il su' babbo (e chi di gallina nasce - per rimanere in tema - in tera ruspa) e tutti quelli che ti stanno intorno plaudenti e osannanti, siete "di sinistra" quanto quel capponcello servito nella antica osteria gigliata era pesce!
Essere moderati e di destra come nella sostanza è la "Renzi's Band", non è un peccato mortale, è legittimo e perfino rispettabile. Disdicevole è invece il tentativo di infinocchiare il prossimo.
La riprova? L'altra sera assistitei ad una deferente intervista di un feroce bolscevico: quel tal Tronchetti Provera che capeggia il Soviet del consiglio di amministrazione della Pirelli, figura di spicco del Politburo rella rivoluzionarissima Confindustria.
Intervistato sul Jobs Act, ed emanando il suo solito calore umano di una salma, ha tessuto, il nostro (anzi il loro) per minuti dieci abbondanti le laudi renziane e di ogni aspetto del governativo procedere. Un: "Bravo 7+"
Ma come? ora "l'è di sinistra" anche il glaciale prence Marco Tronchetti Provera?
Per tutta reazione nei meandri della mente ha cominciato a risuonarmi un'antica canzoncina da corteo che recitava: "Come mai, come mai sempre in culo agli operai?" (che andrebbe aggiornata trovando rime sodomizzanti anche per pensionati, disoccupati, esodati, insegnanti, studenti, non abbienti, poiché con il derriere alla finestra ed esposto all'avverso destino di questi tempi sono in parecchi).
Eh no, caro Renzino da Pontassieve, questo pseudo-capponcello te lo mangi te! E occhio pure a forzare la mano, occhio a volere fare troppo "il padrone del baccellaio", ricordati che "alla gallina ingorda gli stiantò il gozzo", e ultimamente ti vedo un po' "allombato" e con un filo di doppio mento.
Sarebbe pure l'ora che la sinistra, quella seria e vera, sostanziale e non nominale, in questo paese trovasse la forza di unirsi e di farla finita con inutili battibecchi, altrimenti la prospettiva sarà quella dei "capponi di Renzo" o se vogliamo dei "capponcelli di Renzi".