Mentre che state meditando sulle notizie marittime dell'ultimora: Blunavy è entrata in Toscana di Navigazione, o Toscana di Navigazione è entrata in Blu Navy, o una è entrata dentro l'altra, o qualcuno è entrato di qua e di là e so' sempre ognuna a gioca' nel su' portone, comunque qualcuna o enduetrambe entrano dentro Toremar, che non è più Toremar, che ci stanno tre volte e porto (se parto col ponente) uno. Insomma se al pari nostro e della Regione Toscana della buonanima assessorile Marameo Birignao Ceccobao, non ci avete capito una sega ..... intanto godetevi questo edificante raccontino:
Biglietteria della nave: “Documento per favore”.
Il tuo, della eventuale macchina (bada bene che sia tua) e del seguito.
E’ diventato un mantra.
Assurdo però, quando fuoriesce da chi, fino a pochi mesi fa, il biglietto te lo emetteva “alla volèe”, senza tante storie (al massimo biascicavi qualche indizio sulla targa della macchina), perché sulla tua identità poteva tranquillamente mettere la mano sul fuoco.
Poteva, ora non più, ora nemmeno potrebbe.
Ora è cambiata musica, caro Paperino, e pazienza per l’imbarazzo a volte generato al bancone.
Spartito dettato dall’alto, dice. E’ per motivi di sicurezza, ovvio.
Avendo caricato tutti i dati a terra, se durante la navigazione succede qualcosa (Norman Atlantic docet), a bordo si sa di preciso chi c’è. E chi un c’è alzi la mano, come disse Bubi sul pulmino al rientro da una trasferta labronica, che mi sa era bello carico (lui, non il pulmino).
Esempio pratico, una mattina presto qualsiasi, vai a dire questa filastrocca alla biglietteria: “Passeggero a/r, andata subito, ritorno in giornata, ma l’orario non lo so di preciso, dipende”.
Esponi il documento, esborsi i sei eurini e mezzo et voilà, sali a bordo liscio come l’olio.
Ritorno, orario irrilevante.
Non passi dalla biglietteria a Piombino, che senso avrebbe, sali direttamente le scalette della nave e ad aspettarti trovi lui, ma te sai una sega chi è lui.
E’ lui, lui lui, siete nel format “Nostromo in incognito”, ma te sai un cazzo cos’è, mica lo guardi.
Tiri fuori la seconda metà del biglietto e gliela porgi, lui stilla come si fa per la quarta carta di un goffo a denari e ti chiede il documento, ancora, eh sì.
Deve verificare che tu non sia un impostore, caro Paperino.
Per quello che ne sa potresti anche aver rimediato il biglietto da un bagarino.
E’ risaputo, il mondo pullula di bagarini che non vedono l’ora di ponzarglielo a poppa.
Verifica il tutto, ti ridà la copia del passeggero, si tiene la matrice e se la infila in tasca.
E dunque non ti smarca, se alla nave (gioiello, fresca di varo appena mezzo secolo) gli succede qualcosa, te a bordo non risulti e quell’essere dianzi generico “non lo so di preciso, dipende” diventa fatale.
Se ti succede una disgrazia, ti succede da clandestino, te a bordo non ci sei.
Clandestino a casa tua, ganzo eh?
Così almeno completi l’opera, caro Paperino.
Sei già straniero a casa tua: quando chi ti conosce è costretto, per lavoro, a chiederti il documento.
Sei già fuorilegge a casa tua: quando chi ti conosce è costretto, per lavoro, a trattenerlo in ostaggio quel documento, tu avessi a montare su ad ufo al pari dei prediletti muniti del pass.
Sei già prigioniero a casa tua: quando le navi con le mareggiate non viaggiano (o se lo fanno, a singhiozzo), tranne un caso l’anno scorso, quando il miraggio delle cento partenze al giorno era realtà sia pur con una libecciata da urlo, manca poco salpa anche l’aliscafo. Era il tredici agosto.
Te allora, mentre sta succedendo l’irreparabile, mentre la nave (gioiello) fa glu glu davanti a Palmaiola, ti sforzi di mantenere il sangue freddo, chissà perché dai retta a Bubi e alzi la mano sventolando il biglietto a mo’ di ventaglio, già che ci sei farfugli qualcosa di poetico tipo “e il naufragar m'è dolce in questo mar”.
Ignaro però di una cosa fondamentale, la chiave di tutto.
Cambia il format al volo in “Skipper dei sette mari in incognito”, te affoghi e lui no, lui è il Kevin Kostner in Waterworld della situazione, il mare è il suo habitat naturale.
E allora sì che ti smarcherà, una volta scampato al naufragio asciugherà col phon la manata di biglietti che teneva in tasca ed eccome se ti smarcherà, caro Paperino.
Lui balzerà alla cronaca come un miracolato e te invece come un coglione, come un tonto che in punto di morte recitava l’Infinito del Leopardi sventolando, in aggiunta, un misero biglietto scaduto alla stregua di un vessillo valoroso.
Tra un pochino tornano il giallone e quell’altra blu di nome, dice lì forse l’approccio è più soft, di sicuro lo sarà quello al portafoglio, il che non guasta, ma nessuno si faccia illusioni.
Qual è la morale di questa storiella?
Paperino perde sempre, piglia delle zuppe di nulla.
Sarà, ma se le va anche a cercare.
Seconda Secca