Fa un caldo che si strugge, qui, all'Isola d'Elba, e figuramoci che patimenti per la maggior parte della gente comune di questo paese di vecchi (che senza gli immigrati sarebbe ancor più un cronicaio incapace di assistenza), chiusi nelle loro infernali celle degli alveari cittadini, oppressi dall'afa e dalla solitudine, collegati col resto del mondo da uno schermo che dispensa loro pubblicità garrule con immagini di topone sguazzanti e giovani maschi alfa strappati all'agricoltura (e mai contaminati da cultura) che sfrecciano con moto d'acqua a pochi metri dalla riva (roba da denunciare per istigazione a delinquere la creativa fava tonchiata che s'inventò lo spot).
Fa un caldo che non si regge coi dispensatori di consigli: vestitevi leggeri, bevete molta acqua, mangiate roba poco calorica, evitate di uscire nelle ore più calde... meno male che m'hai avvertito... avevo intenzione di aspetta' l'una per andammi a fa' una passeggiata sulla loppa col sole a picco, giusto per digeri'i matufoli di polenta col sugo di cinghiale, ci volevo anda' con la borraccia piena di grappa nelle tasche del cappotto.
Fa un caldo cattivo anche nelle mutande di Gino Paoli che sentiamo cantare da una vicinale radio "e sono ancora qui.. qui nelle mie mutande", fa un caldo carogna nelle mutande della Grecia strangolata dai cravattari in giacca e cravatta, dagli usurai dell'europa delle banche, lontana quanto Plutone dall'Europa dei popoli fratelli e solidali che sognavamo.
Fa un caldo beccco nelle mutande di un mondo impaurito da un branco di tagliagole che scannano innocenti e devastano i segni della storia nel nome di Dio, personaggio spesso chiamato in ballo dai fanatici di ogni razza colore e confessione per santificare i più orrendi massacri.
Fa un caldo vigliacco nelle mutande gelide di profondità dei "tonni" (così in codice alcuni pescatori siciliani hanno chiamato i cadaveri impigliati nelle reti), quelli degli immigrati che non ce l'hanno fatta, perdendosi nel Mare Mostrum, quelli che non avranno neppure il privilegio di essere insultati, oltre che dalla vita, da un neofascistissimo capolegaiolo.
Ed un ex-ragazzotto ormai incorniciato da un incipiente pappagorgia, si è presentato all'ONU (non al circolo delle bocce di Pontassieve), con spirito e modestia esordendo: "Scusate il ritardo ma ho passato la notte a salvare l'Europa"
A giudicare dalla considerazione che lui e predecessori hanno conquistato al nostro paese, per quanto (assai meno di un cazzo) pesa e decide l'Italia sugli scenari politici internazionali, è probabile che lo abbiano costretto a fare il caffè per tutta la notte. Un eroe della Moka-Expres.