Cominciamo con una similitudine: siccome il pesce crudelmente tratto dal suo naturale ambiente marino inutilmente si contorce e "boccheggia" non arrendendosi al segnato destino suo di finire in padella, la giunta mortoferajese si dibatte, invia proclami e chilometrici epocali documenti, letti probabilmente solo da chi li pubblica, presenzia e inaugura in massa, ordina e contrordina impasticciando e impiastricciandosi in mille e una bega.
Solo i più datati tra i nostri lettori si ricorderanno dei "Brutos" gruppo di (bravi) cantanti da cabaret e dei loro numeri che invariabilmente terminavano con la gag della schiaffo sulla nuca (in ferajese patta nel topezzo e/o ceppicone) ricevuta sempre dallo stesso componente (Enrico), e del loro "Carosello" reclamizzante una cera con cui all'epoca si lucidavano i pavimenti (usanza stroncazampa e torcicaviglia fortunatamente caduta in disuso) che terminava invariabilente con la battuta un po' fava: "Enrico, nonostante tutti gli schiaffi che hai ricevuto hai sempre una buona cera!"
La giunta della Città di Cosimo non vede passare giorno, come il meschino Enrico, senza ricevere una o più patte nel ceppicone: un giorno gli ambientalisti, un giorno le opposizioni, un giorno i giornalisti, un giorno la Prefettura, un giorno le categorie, un giorno altri amministratori: cambiano le mani ma il topezzo è sempre il solito.
Ormai il toto-biscotteria non si basa più sul dilemma se riusciranno o meno a compiere il mandato ma le scommesse vertono solo sul quanto riusciranno ancora a restare in piedi.
L'altro giorno nel bel mezzo di un affollato ristorante abbiamo incontrato una - diciamo persona molto ben informata dei fatti - che con la usuale stentorea voce (udita da noi come da tutti gli astanti, la componente locale dei quali sapeva bene di che trattavasi) così ci apostrofava ".. hai detto che non mangiavano il panettone, ma questi non mangiano nemmeno le castagne .. e chissà se vendemmiano!"
Non bastasse ieri giunse sui nostri eroi una micidiale "zampicata", un aiuto a stare a galla a chi annaspa come tirargli un gatto di piombo invece che un salvagente.
Il Maramaldo di turno ha assunto le sembianze di Alberto Nannoni che non è esattamente assimilabile ad un Che Guevara, un bolscevico, non può considerarsi un nemico dell'elettorato moderato che solo un anno fa condusse sulle garrule note della Rificolona Mario Enrico Cafiero Ferrari al trionfo biscottiero.
E deve sottolinearsi che il grido di dolore nannoniano "Restituiteci Portoferraio!"ha trovato parecchie sensibili orecchie.
Quando su un piccolo giornale come il nostro un pezzo registra in 24 ore 4.000 consultazioni (contando solo quelle indotte da Facebook) 165 "mi piace" e molti commenti positivi e "condivisioni", nei panni del criticato sindaco, cominceremmo a sostituire il baschetto della Folgore che ama ostentare con un più sicuro elmetto o quanto meno con un casco.