"Cari elbani noi ci avremmo pure provato e riprovato in ogni modo a coprire i buchi dell'organico del vostro ospedale, il fatto è che pare proprio che, i medici in generale, e i pediatri in particolare, vi schifino".
Questo in estrema sintesi è il succo della risposta della Commissaria della ASL 6, una cruda realtà di fronte alla quale c'è assai da perplimersi, e domandarsi perché mai un giovane professionista si faccia scappare l'occasione di trasferirsi tra di noi.
Siamo arrivati a determinare che probabilmente ciò accade perché non sappiamo giocare bene le nostre carte, non abbiamo cioè a sufficienza spiegato il fascino di una permanenza isolana non vacanziera.
Ciò è inconcepibile alla luce, tanto per fare un esempio, dalla qualità dei servizi che eroghiamo, a far capo dalla frequenza, certezza, precisione, pulizia, confortevolezza e soprattutto economicità dei collegamenti marittimi (così importanti per chi mantiene le sue radici altrove), e pure della elvetica efficienza di un trasporto pubblico interno che assicura una mobilità di prima qualità.
Su un altro versante non siamo riusciti a far capire che trovare, per dodici mesi l'anno, un alloggio dignitoso, agevole da raggiungere e ad un prezzo onesto, è cosa "facile come sputa' in tera" (si direbbe nel ruspante parlare degli indigeni).
Ed ancora si pensi anche a quell'aspetto della qualità della vità che è la socialità, a come pulsano i nostri agglomerati urbani pur nei rigori dell'inverno, alle innumerevoli occasioni di svago, divertimento o impegno culturale, a quanto fascinoso sia farsi elbano quando arriva l'arembapampane (il vento diaccio che spazza e accumula le foglie morte delle viti) e buona parte dei nativi fanno spazio, e se ne vanno, a consumare quanto guadagnato in estate qui, in Thailandia, alle Maldive, in India ed in cento altri posti del mondo.
Che dire poi della proverbiale cordialità degli isolani della cortesia che hanno nello stesso D.N.A., della gentilezza e disponibilità con cui si è trattati in qualsiasi tipo di esercizio pubblico e privato.
Facciamo capire meglio poi che questo è un posto ottimamente amministrato da una classe politica che procede in armonia, senza un litigio campanilistico, con lungimiranza, concretezza, competenza, difendendo con strenuo valore la risorsa ambiente ed agendo in piena inappuntabilità etica, senza l'ombra di procedimenti giudiziari pendenti.
Insomma spendiamoci come la migliore delle isole possibili. Capace qualcuno abbocca.
Gioverebbe inoltre - crediamo - chiedere alle competenti autorità sanitarie, la giustapposizione di un codicillo al testo di uno dei 14 punti del moderno Giuramento di Ippocrate.
Laddove il neo-medico solennemente si impegna "a curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo
l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario" suggeriamo di aggiungere (... anche nel caso che egli - povera bestia - sia elbano).
Altrimenti l'ultima via da tentare sarà chiedere a Gino Strada di iniziare anche a pensare alla salute dei selvaggi elbanesi.