Alfredo: Gino, Gino!!.......Fermati un momento!
Gino: Alfredo ‘un posso, devo portà la spesa a casa se no’ la mi’ moglie la vo’ sentì. So’ quasi le 12, ho furia. E poi ‘un ci semo visti pochi giorni fa?
Alfredo: Gino, ti devi fermà un momento. C’ho una cosa da ditti. E’ una bomba!
Gino: Giù o dimmela, ma alla sverta che c'ho anche i totani...
Alfredo: i totani?
Gino: si i totani congelati che mi si sdiacceno, forza...
Alfredo: hai saputo cosa ha scritto quello delle Belle arti di Pisa su’ parcheggi fatti di volata dar Comune durante l’estate?
Gino: No. Ma dimmelo che m’hai fatto incuriosì.
Alfredo: sembra che abbia mandato una lettera ar Comune prima di ferragosto dove dice che i parcheggi, specie quello dell’Acquaviva, so’ stati fatti senza avvisà le belle arti. E che so’ state fatte delle cose che ‘un potevano esse’ fatte senza il su’ permesso. Insomma quello delle belle arti di Pisa sembra che si sia incazzato a bestia!
Gino: Boia dè! Questa è bona davvero! O ‘un avevano detto in Consiglio comunale, ‘un mi ricordo chi, che pe’ i parcheggi estivi andava tutto bene? Tutto era apposto?
Alfredo: Apposto ‘na sega! La lettera il So……….come si chiama, aiutami……
Gino: mi sembra che si chiami Soprantendente.
Alfredo: Insomma quel Soprantendente l’ha mandata, ortre che ar Comune, alla Regione, alla Forestale, a la Lega...
GIno: Al Bensa? Un s'era ritirato?
Alfredo: No, quella lega li, a Lega Ambiente quelli verdi, che poi so stati loro a sputtana' tutto co' giornali ... ma lo sai anche a chi?
Gino. Giù o dimmelo. ‘Un mi fa’ sta’ sulle spine…
Alfredo: Anche al Tribunale di Livorno!!!
Gino: E ti credo. Sai cosa deve avé detto il Soprantendente?
Alfredo: Lo posso capì. Intanto, pe’ ‘un sapé né legge’ e né scrive, tutte le carte le mando al giudice. Vedrà lui se c’è qualcosa che ‘un va’ anche sur penale. Io voglio dormì sonni tranquilli….
Gino: Dé no. E te cosa avresti fatto? Come si dice? E’ sempre meglio parasselo il deretano. Senti Alfredo, ma ‘un saremo mica spiati?
Alfredo. O Madonna! Ma sei proprio fissato co’ le spie.. co troni ... a la grazia di 007!
Gino: No, sai perché? C’avrei du’ cosine da chiedetti.
Alfredo: O chiedimele!
Gino: ma, secondo te, il Bicecci perché ‘un ha detto ar Sindaco che le cose in fretta e furia ‘un si fanno. Che gatta furiosa fece i gattini ciechi? ‘Un si sarà mica sentito poco bene dopo il tuffo alle Ghiaie?
Alfredo: No. L’ho intravisto l’artro giorno. Sta bene, sta bene. E’ che secondo me è tanto impegnato coll'affondazione dei trasporti e col busse rosso. Lo vedo sempre lì alla biglietteria della Gattaia. D’altra parte il busse rosso è una su’ creatura e gli deve sta’ dietro. Come fa a interessassi di tutto? E l’artra cosina qual è?
Gino. L’artra cosa è che, hai visto? il So…….ora ‘un mi viene come si chiama, insomma, come dicevemo, quello che è alle belle arti, pe’ parassi da ogni responsabilità ha mandato la lettera anche al Tribunale di Livorno, però mi domando e dico: ma i consiglieri di minoranza, che so’ a conoscenza di tante cose, ‘un farebbero bene, dopo avé discusso in Consiglio senza ottené nulla, a mandà qualche letterina a Livorno anco loro, anche pe’ poté sta’ tranquilli. Un domani qualcuno gli potrebbe dì: ma voi lo sapevate e perché ‘un c’avete informato?
Alfredo: dici bene Gino. De le vorte anche quelli sembra che dormeno come bauli... A quest’ora sai quante raccomandate io avrei spedito. Se ne sa tante……!
Gino: le so anch’io, ma stamo zitti, perché io ho sempre paura d’esse spiato.
Alfredo: la prossima vorta sai dove ti voglio portà pe’ fatti sta’ tranquillo? In Domo. Così ci sentimo anco la messa! Che ogni tanto ‘un ci farebbe nemmeno male.
Gino: Alfredo, budello cane, lo sapevo, m’hai fatto fa’ tardi. Gua' mi cola il totano.... La mi’ moglie mi fa novo. Comuque m’ha fatto piacere quello che m’hai detto. Ora devo proprio andà. Bona!
Alfredo: Arivedecci, Gino. Nel frattempo vedo di informammi meglio sul casino dei parcheggi e su qualche artra cosa
Wack (Gabbiano volante sui parcheggi costieri)
Caro Gabbiano
Beato quel paese che non ha bisogno d'eroi, e beato quel paese che come stanno le cose non lo deve sape' dai gabbiani.