Renzo Paoli ha scritto sulla sua pagina facebook che lui, martedì 25 aprile alle 10.30, si recherà nel giardino presso la "Gattaia" di Portoferraio, di fronte alla Banchina di Alto Fondale, davanti alla lapide ed alla scultura di Italo Bolano che ricordano Ilario Zambelli, elbano, eroe della Resistenza al nazi-fascismo, trucidato con altri 334 martiri alle Fosse Ardeatine.
Ho deciso che lo raggiungerò e che personalmente, sostando là davanti, celebrerò la Festa della Liberazione.
Mi ha definitivamente convinto a farlo il Sindaco di Portoferraio con la pasticciata lettera con cui (si vede da lontano un miglio) obtorto collo - dopo la meschina figura del 2016 - dà notizia della celebrazione ufficiale organizzata nella canonica sede di Piazza della Repubblica.
Una lettera nella quale non solo ha trovato il modo di non scrivere una volta, parole per lui evidentemente diversamente imbarazzanti come Resistenza, nazismo e fascismo, ma che ha il suo cuore in un insipido fervorino che inizia: "È la festa della bandiera italiana e di nessun altro..."
Il sindaco è disinformato: tanto per iniziare la giornata ufficialmente celebrativa della Bandiera Italiana è il 7 Gennaio, poi il 25 Aprile è universalmente nota, e celebrata, come la Festa della Liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo e della Resistenza, lui può pure scendere in piazza col baschetto da parà, la sciarpa tricolore e gli anfibi, ma quella rimane, così decisa e definita da quel bolscevico che fu Alcide De Gasperi.
Quindi non andrò ad assistere ad uno show in cui presumibilmente - come già accaduto - non si parlerà dell'oggetto celebrato, ma delle brache di nonna.
Si lo ammetto, sarò scissionista e divisivo, e nessuno mi leva dalla testa che ci sia in questo mondo di marmellata degli ideali, di incertezza, di individualismo, un bisogno di coscienza storica e di almeno una fondamentale divisione, quella tra chi è antifascista senza se e senza ma, e chi non lo è: sia esso fascio dichiarato, simulatore o indifferente.
Quindi Martedì andrò con Renzo a rendere omaggio e portare un fiore a Ilario Zambelli e mi auguro che ci raggiunga qualcun altro; non mi aspetto il mare di gente che là conflui l'anno scorso (sull'onda della provocazione di Ferrari), ma mi piacerebbe fossimo in numero sufficiente almeno per intonare a cappella "Bella Ciao".