Mario l’ho conosciuto in una fumosa sezione del Partito Comunista Italiano di Marciana Marina, quando io ero ancora un ragazzino dell’età dei suoi figli e lui un taciturno e burbero compagno, un proletario vero, un muratore, uno di quelli di poche parole ma che ti metteva a posto con una battuta sola, di quelle che ti ricordano la concretezza della vita.
Mario era un compagno e lo è rimasto per sempre, nonostante il suo Partito non ci fosse più e le sue rosse bandiere si fossero scolorite. Di lui mi ricordo gli sfottò con Libero, Pietro, Remo, Pippo...il suo stare sempre un passo indietro la sua curiosità e ironia che si cibavano della diffidenza sottoproletaria che era la nostra origine comune. Ci dividevano generazioni e senso del mondo, ma quel Partito scomparso riusciva a mantenerci uniti: i “vecchi” cresciuti nel mito di Stalin e della Russia e i “giovani” – ormai diventati molto più vecchi di quando era lui quando lo conobbi - che volevano cambiare riti e appartenenze.
Mario non è cambiato: è rimasto fino alla fine un compagno e mi fece immensamente piacere quando il giorno che abbiamo dato l’ultimo saluto a mio fratello Marietto a cantare l’Internazionale e Bella Ciao ci fosse anche lui e quando mi disse, con un rapido abbraccio pieno di pudore – l’unico che ci siamo scambiati in vita nostra – e nel suo modo burbero, che era bello che Beppe Cocchia avesse conservato la rossa bandiera con la falce e martello, ricamata dalle donne comuniste di Marciana Marina nel 1945, e che fosse lì di nuovo, al freddo sole invernale, a ricordare un compagno scavezzacollo che con lui aveva condiviso bicchieri di vino, ma che certo non aveva vissuto la sua stessa vita di lavoro per costruire il benessere della sua famiglia.
Dopo abbiamo parlato raramente, giusto un brusco saluto. Ma la sua solidarietà non la dimenticherò mai.
Erano questi gli uomini che in silenzio e dal basso avevano reso forte la sinistra italiana, quelli che costruivano le feste dell’Unità e che difendevano il Partito nei bar. Sono questi i compagni che ci siamo dimenticati, che abbiamo considerato reperti del passato. Uomini e donne che fino alla fine della loro vita continuano a desiderare la giustizia e il futuro.
Addio Mario, spero che ovunque andrai ad accoglierti ci sia quella bandiera rossa.
Umberto