Chi ha fatto anche solo un po' questo mestiere dell'informare può capire che la parte che merita più cura, nella stesura di un articolo, è il titolo.
Titolare bene è difficile, ed è in fondo una mediazione tra due diverse esigenze: attirare l'attenzione del lettore e rappresentare il contenuto del testo; un esercizio da compiere, per complicare il tutto, nei limiti di un tempo stretto ed in quelli imposti dalla grafica.
Titolare male svalorizza totalmente un bel pezzo ed al contrario un titolo azzeccato ne promuove uno ordinario, ma accade pure che il titolo sopravviva, nel ricordo delle persone, molto più a lungo dei contenuti di ciò che presenta, diventi "modo di dire" e pure "frase fatta" a sé stante, perfino abusata.
Ne prendiamo ad esempio (ma non casualmente) uno: "La tragedia di un uomo ridicolo". Pochi, siamo convinti, ricordano il (bel) film di Bertolucci, che marcava, ma il fulminante ossimoro è rimasto spietatamente scolpito nell'immaginario collettivo.
Restando poi nel fertile campo dei luoghi comuni si possono trovare decine di aforismi che, strizza-strizza, raccontano tutti che il valore di una persona si misura soprattutto al momento delle inevitabili sconfitte.
Ma le sconfitte risulteranno proporzionalmente più rovinose per quanto si è stati, da vincenti, dei tracotanti, prepotenti, cattivi con i meno fortunati, per quanto ci si è contornati di adulatori, per quanto si è disprezzato l'altrui pensare, per quanto tempo si è passato ad erigere "monumenti" a sé medesimi.
La sconfitta, in quel caso, evidenzia i tic, pone davanti a tutti le umane individuali debolezze, trasforma il condottiero in macchietta, il capo carismatico in un miserabile ignorato, o, per scendere all'altezza dei nostri pollai, muta fulmineamente un tronfio "gallo" in una lamentosa spennacchiata gallina.
Si posa allora sui presunti padreterni, sugli uomini del destino (condominiale), la coltre del ridicolo, prima che il tempo vi stratifichi sopra quella più pietosa della polvere della dimenticanza.
Resteranno (forse) solo ricordi per sommi capi, e in ultimo probabilmente solo un titolo tipo: "La tragedia di un uomo ridicolo" ... appunto.