Bum! Il botto si sente al di là del canale e fa una vittima. Forse un organigramma era già pronto nella presunzione che il controllo del partito piombinese fosse ancora efficace, ma dobbiamo riconoscere che è nata la corrente elbana. Il candidato emergente batte la musata e si ritira nelle retrovie. Il seggio rimarrà alla deputatessa uscente, il partito elbano conquista autonomia e gioca la sua carta. La prospettiva è quella del comune unico, di colui che sarà il suo sindaco. L’APPE diventa un boccone indigesto, dopo essere stato trampolino di lancio per Montomoli e trappola mortale per la Mancuso è diventata camera ardente per l’attuale presidente. Ci sta che quest’ultimo sia arrivato tardi, a giochi già fatti, in sostanza a moby trionfante, e, trovandosi attualmente ad amministrare soltanto il garage del monopolio, il suo potere sia, per almeno altri 11 anni, molto simile a quello di un’aragosta congelata.
Quanto al lavoro fatto per gli elbani, spiace dirlo, ma era preferibile un neutrale ozio.
Il vice bagnino del Volterraio