La lettura dell’ultimo documento del PD Elbano sugli aumenti Toremar ci ha riportato alla mente una buffa immagine di tanto tempo fa: quella di un pacifico ometto che era stato incaricato della guardia di alcuni impianti sportivi posti nelle vicinanze di un locale aperto la notte, nell’area dei quali finivano puntualmente per concentrarsi e fare caciara degli scapestrati giovani d’epoca.
Invariabilmente, a mezza nottata, il piccolo signore espletava la sua mansione, cioè si alzava dalla poltrona dove riposava e procedeva ad una contenuta reprimenda, urlando da ben discosto: “Ehi voi finitela di fare casino! Attenti eh! Beh …” e, ottenuto un silenzio destinato a durare 30 secondi, ritornava alla sua poltrona.
Il documento del PD infatti nonostante i toni perentori, e gli “irrinunciabili punti”, piantati come numerici paletti nel testo, nella sostanza dice: “Aumentate le tariffe per i non residenti (come se fosse acqua fresca per la nostra zoppicante economia) ma Attenti eh! Beh …”
Come l’ultimo giapponese i locali piddini, rimasti senza cartucce, difendono a colpi di baionetta la creatura-privatizzazione dovuta al seme di padre Conti (finito attualmente nelle peste per altre vicende) e partorita da Ceccobao. Da soli vigilano il letto del puerpero sordi al coro delle proteste e delle insoddisfazioni per come siamo stati marittimamente cucinati dal neonato finto duopolio.
Proteste motivate dal palese fallimento di un’azione che pare ispirata alla conferma del principio secondo il quale, in questo paese, non esistendo una destra decente, le scelte più antipopolari e liberiste senza se e senza ma, le debba fare il centrosinistra.
E che dire poi del meraviglioso periodo finale: “Altre strade seguite dalle altre Regioni (Campania, Sicilia, Sardegna) , come risulta allo stato attuale e dalle ultime notizie (sic), sembra (sic) stiano incontrando grosse difficoltà al proseguimento del servizio pubblico per la non certa garanzia dei finanziamenti statali” ?
Che altro notare se non che pare “appiccicato con lo sputo” e collocato nell’ingiusto mezzo tra “Un’excusatio non petita” e un ultimo disperato “Banzai!”?
Deh, tornino al loro usuale onorato servizio, riposando sulla poltrona, che “fanno meglio fegura”.