Il sito di un costoso bollettino aziendale "en travesti" da organo di informazione a stampa, diffuso gratis, anzi "tirato dietro" alla gente in ogni angolo dell'Elba, foglio che evitiamo accuratamente di nominare, per non recare offesa alla memoria di una seria storica omonima testata, ci ha dedicato negli scorsi giorni attenzione, formulando ad Elbareport due diversi appunti.
In primo luogo ci veniva contestato di non essere interessati ai destini ed ai conti della Gestione Associata del Turismo (affermazione falsa e smentita dalle decine e decine di articoli dedicati a GAT e contributo di sbarco rintracciabili anche con una semplice ricerca nel nostro archivio). Ma perché questa panzana? Semplice, avevamo osato non riportare (nella cronaca della querelle tra loro e Barbetti) le importantissime elucubrazioni di lorsignori in argomento.
Una scelta crediamo legittima, che non dimostra affatto, disinteresse alla questione, tanto è che questo numero ferragostano del nostro giornale si apre con un importante (e critico sulla GAT) contributo alla discussione di Paolo Gasparri - con il quale non concordiamo sempre in toto, ma che è comunque persona seria e praparatissima in campo amministrativo, oltre che dotata di "titoli" di assoluto rispetto.
In seconda battuta, udite udite, ci viene fatta colpa di ospitare, tra i nostri banner promozionali, niente di meno che l'Associazione Albergatori (che non ci risulta essere un sodalizio disonorevole) e soprattutto la pubblicità di Blu Navy! Detto da loro ci sarebbe da commentare - in ferajese stretto ma possiamo tradurglielo visto che sono (absit iniuria verbis) "di fori" - "un muso che ci rimbarzano i palanconi grechi"
E pensate che lo stesso giorno Elbareport pubblicava una critica sulla rumorosità dell'Acciarello (Blu Navy) su una pagina elettronica aperta, ad oggi, da 6461 lettori.
Questo giornale (che non è un "sito") non ha padrini né padroni, non ubbidisce a dettati di potenti, di partiti, consorterie, circoli o logge, ed è, fieramente, da sedici anni, di proprietà nostra come di chi lo legge e dei molti che da diversissime posizioni ci aiutano a comporlo, esprimendo convinzioni anche antitetiche rispetto a quelle che abbiamo maturato.
Fossero stati altri ad insinuare che "attacchiamo l'asino dove dice il padrone" ci saremmo incazzati, ed indignati pure, ma nel caso visto da dove ci viene l'appunto, "ci vien che ridere".
Un consiglio ai nostri detrattori di giornata: continuate a fare come noi facciamo nei vostri confronti da tempo: ignorateci, lasciateci cuocere nel nostro brodo, e vedete di non romperci troppo le palle, nel vostro interesse, perché potreste solo fare del male alla vostra già precaria immagine (non siete "i più amati dagli elbani", credeteci).