Oggi è stato proclamato lutto nazionale per la tragedia di Genova. Vedo che vengono scritte tante belle parole, critiche, ma sempre parole restano.
E'stato annullato il concerto di questa sera in Piazza della Repubblica, ma lo "Sbaracco" va avanti come se niente fosse.
Poi se al di fuori dell'Elba ci vedono ancora come mangia-banane sugli alberi, non ci lamentiamo...
Ricordo che l'Elba,a tutt'oggi, fa parte dell'Italia, non siamo uno stato indipendente; o forse siamo governati dal Dio denaro, davanti a lui tutto è concesso.
Grazie per l'attenzione
Sabrina
Gentile Signora Sabrina
Premetto che da sempre considero in generale il "lutto" (da dizionario: Sentimento di profondo dolore che si prova per la morte di persona cara) qualcosa di così intimo, personale, individuale, da rendermi scettico sulla possibilità di imporlo - come ogni sentimento - per decreto.
Nel caso specifico poi, non posso esimermi da notare che questo "lutto nazionale" è apparso, anche a chi merita più attenzione di me (come i familiari della maggior parte delle vittime, che hanno rifiutato i funerali di Stato) una manifestazione esteriore e di facciata, quando non un'occasione per "apparire" più che per "testimoniare".
Credo francamente (Lei è nel giusto a dire che le parole, parole restano) di più nella solidarietà praticata: quella dei professionisti e dei volontari che stanno impegnandosi sul teatro di quella tragedia (una delle tante, troppe che hanno afflitto il nostro Paese e l'umanità), credo di più nelle azioni concrete di chi, anche da lontano, si adopera per compensare, in parte e in qualche maniera, ed aiutare chi è stato stato colpito da quell'evento.
Sarebbe stato - è mia opinabile convinzione - più giusto, nel caso, promuovere una giornata nazionale di solidarietà, continuando a far fluire la vita, l'economia, e da questa trarre un aiuto ai genovesi.
Personalmente mi sarebbe piaciuto (ma rispetto chi la pensa diversamente) che concerti, eventi sportivi, iniziative commerciali programmati non fossero stati annullati, ma fossero diventati occasioni per cospicue raccolte di fondi, per accelerare - ad esempio - la consegna di una casa a chi l'ha persa, un sostegno a chi ha perso (o perderà) il lavoro .
Tutto ciò premesso Lei ha le sue buone ragioni: a lutto proclamato il barcamenarsi su cosa deve esservi assoggettato e cosa no, finisce per togliere significato all'ufficiale lutto medesimo, quindi le cose serie annunciate sarebbe opportuno farle fino in fondo o rinunciarvi, nell'isola dei racccoglitori di banane, come nel resto della Repubblica che, purtroppo, mi pare poco meno "bananiera".
Comunque il problema, i problemi, continuano a sussistere.
s.r.