Sulle pagine Facebook, tra le moltissime reazioni alla vicenda delle "biciclette in mare", ne è apparsa una - molto civile - di una signora, direttamente interessata al fatto, che ci chiama in causa scrivendo:
Sono la mamma della ragazza che ha postato il video delle biciclette. Non scrivo per difendere mia figlia riguardo questa storia, ma per dire alle persone che chiedono in giro (lo so perché me lo hanno riferito) se quella ragazza che butta la bici in mare è lei,che non è mia figlia.Lei quella sera non ha buttato bici in mare ma penso che essendo stata li e avendo guardato i suoi amici che lo facevano è colpevole quanto loro del brutto gesto che hanno fatto.
Stamani ho letto l' articolo su "Elbareport" dove Fornino Vincenzo viene criticato per essere intervenuto su questa storia . Io invece voglio ringraziare Vincenzo per il suo interessamento verso i nostri ragazzi,per averci consigliato e non criticato come invece hanno fatto in tanti.
Roberta
Gentile signora Roberta, nell'articolo di Elbareport che Lei cita l'Assessore Fornino - che ci ha telefonato ieri mattina precisando sul suo operato - non era criticato per quello che in effetti ha fatto, ma per quello che lui stesso ha scritto di aver fatto, vale a dire, copiamo e incolliamo:
"... Grazie all'interessamento dell'amministrazione comunale, l'intervento dell'assessore Vincenzo Fornino è riuscito a fare in modo di risalire alle famiglie dei ragazzi, prima che le Forze dell'Ordine intervenissero a reprimere in maniera pesante l'accaduto".
Paradossalmente: Fornino, dopo aver fatto la cosa giusta - cioè riferire ai Carabinieri e ai genitori quanto accaduto - si è come autoaccusato di un comportamento molto scorretto, quale sarebbe stato il supposto sostituirsi a chi di dovere che dichiarava, con un possibile sostanziale intralcio al lavoro di competenza delle Forze dell'Ordine.
Tutto ciò premesso, e pur essendo stupido e grave quello che i ragazzi hanno combinato (e anche scioccamente "rivendicato" mettendo in rete "l'impresa"), non stiamo parlando di Al Capone. Devono essere puniti e pure vergognarsi il giusto, senza essere demonizzati.
E' vero, come affermava qualcuno, che gli adolescenti tendono naturalmente a fare cazzate, ma i problemi sorgono quando a posteriori non si rendono conto che tali cazzate erano, e più ancora - ma non mi pare fortunatamente il suo caso - quando i genitori si trasformano in "sindacalisti" dei loro figli, di fronte a violazioni del civile vivere cosi come in ambito scolastico. I concetti di liceità, legalità vanno appresi (da figli ma anche genitori) a far capo pure dalle cose del quotidiano vivere.
Buone Feste