È successo un paio di giorni prima di Natale.
Entro con passo spedito dentro la Stazione Marittima di Piombino, mi affaccio al box della biglietteria e attendo il mio turno.
<<Due biglietti passeggeri, uno residente e l’altro no>>
<<Può darmi un documento per il residente>>
<<Certo>>
Allungo la patente. Lei la guarda.
<<Nativo, non Residente>>
<<Mi scusi, ma che differenza c’è?>>
<<Mah..un paio d’euro>>
L’ho fissata per qualche secondo, in silenzio, poi le ho allungato la carta e ho pagato.
Fosse così facile da spiegare la differenza tra un Nativo ed un Residente, se si trattasse solo di un paio d’euro, sarebbe davvero molto semplice. La contabilizzazione di un’anima doppia: qualche spicciolo e ci si leva il pensiero.
Mi metto a pensare ai Natali, ormai una decina, frenetici e quasi sempre di corsa tra il Continente e l’Isola, a fare capriole tra treni e navi, carica a stronco di borse e pacchi. Mangiate epocali e se il 26 non c’è lo stoccafisso della mi Mamma, guai! Passeggiate alle Ghiaie pensando: altro che Natale questa sembra piuttosto Pasqua, guarda che giornate spettacolari, altro che a Firenze. Le cene a Seccheto, sempre con il mal di macchina perché Babbo è bravo in tutto ma le curve non le sa proprio prendere. Le chiaccherate interminabili a tavolino con il mi Fratello e Sara, quando alle quattro si ricomincia a mangiare.
Penso a come fosse più semplice qualche anno fa riprendere la nave e tornare sul Continente e a come è stato strano quest’anno, mentre il sole calava e sembrava quasi lo Scoglietto prendesse fuoco, mentre la nave scivolava su un mare finto, di carta.
Signora della Biglietteria, la differenza tra il Nativo e il Residente sta nel fatto che il primo, quando in Continente è in macchina e guarda fuori dal finestrino, si aspetta sempre di vedere il mare dietro la curva, oppure di sentire il verso di un gabbiano, ma quando si rende conto che all’appello mancano l’uno e l’altro, sospira. L’altro, vede e sente tutti e due.
Il Nativo, dopo qualche giorno sullo Scoglio, si va a sedere un quarto d’ora alla Linguella e si mette a guardare le navi che partono, chiedendosi dove andrà tutta quella gente e dove finirà lui.
Signora della Biglietteria, ho la risposta esaustiva alla mia domanda! I Nativi, alla fine, sono i residenti del Canale. Sono veramente contenti quella mezz’ora di mare aperto e nel resto del tempo si portano dietro quel frastuono delle onde che si schiantano sugli scogli e che non stanno ferme mai, nemmeno un minuto.
Per tutti i Nativi come me: Augh!
Chiara Olmetti
Foto di Lisa Giannoni