Cari miei, incominciate da zero. Incominciate dal riconoscere le cose. Prendete coscienza di quello che vi circonda e delle differenze. Siate intelligenti e curiosi. Trovate le differenze, come si trovano in quelle stupide vignette gemelle della Settimana Enigmistica. E questo non pensiate di poterlo imparare a fare una volta per tutte e che quella volta basti in via definitiva a risolvere tutti i vostri problemi e trovare risposte decise alle vostre problematiche. Dovete piuttosto tenere sempre accesa la app della vostra intelligenza e della vostra curiosità. Interrogatevi. Le domande che vi fate non saranno mai troppe, ciascuna di esse ne ingenera sempre di nuove, ogni mondo nel quale vi addentrate è un gate con accessi a nuovi mondi e nuove questioni da risolvere. Cominciate dal principio, dalle cose di tutti i giorni, non serve a nulla interrogarsi sul divino o sulla finitezza della condizione umana se si lasciano agire in automatico in noi orientamenti sottaciuti e comportamenti non consapevoli. Partite dall'inizio. Interrogatevi a fondo sul ciclo del vostro sonno, sulle ragioni di quello che sognate, sulle ansie o i piacevoli pensieri che accompagnano le fasi del vostro riposo e del vostro ozio. Interrogatevi a fondo su quello che mangiate, su che cosa contiene, su chi l'ha prodotto, dove e come, con quale predisposizione, per esempio solo per guadagnarci oppure preoccupandosi degli stomaci nei quali sarebbe andato a finire. Interrogatevi su quello che bevete, sul perché lo fate, sugli effetti che produce. Meditate su voi stessi, su chi siete prima e dopo i vostri consumi, le vostre ingestioni. Tracciate un quadro delle differenze e delle distanze tra i punti. Rendete scientifico il vostro stare al mondo, fatene un sistema concettuale complesso e corroboratelo continuamente, senza mai fermarvi alla causa dei vostri mali finalmente scoperta, ma cercando sempre e di nuovo dietro di essa che cosa la ha determinata, cosa fa di quella causa a sua volta un effetto. Interrogatevi soprattutto sulle vostre paure e sulle vostre rabbie. Paura e rabbia non vanno rifuggite e rimosse, mai racchiuderle in contenitori a chiusura stagna, dove tanto prima o poi finiranno per esplodere. Fateci i conti. Fate i conti soprattutto con quello che di voi stessi non vi piace. Disegnatevi il più chiaramente possibile le figure geometriche delle differenze e delle distanze. La differenza tra voi stessi prima e dopo aver bevuto, fumato, sniffato, pippato, preso pasticche. La distanza tra chi siete prima e chi siete dopo esservi cambiati assumendo sostanze delle quali assai probabilmente ignorate la filiera, le composizioni, le origini e gli effetti a lungo termine. Approcciate ad ogni sostanza tenendo sempre presente che essa rappresenta il nucleo centrale del vostro stare al mondo, che essa rende il vostro essere un divenire, che attraverso la digestione, il metabolismo e la respirazione voi non state facendo altro che asservire sinergeticamente l'Altro a voi stessi. Mangiare, bere, respirare, sono le fasi essenziali dell'esistenza. Esse rappresentano lo spazio di condivisione tra l'individuo e il resto, tra l'uomo e la materia – insieme al pensare (parlare, ascoltare, scrivere, leggere, disegnare, interpretare...) che non sono solo attività dello spirito, tutte quante assieme determinano coi loro cambiamenti quello che in ultima istanza noi siamo e come lo siamo. Tracciate nella maniera più dettagliata possibile tutti i particolari delle distanze tra ciò che entra a far parte del vostro corpo e della vostra mente attraverso un processo metabolico da una parte, e dall'altro capo del filo, la sua origine. Interrogatevi sulla malafede degli spacciatori e dei chimici che trasformano per mezzo di artifici di laboratorio quello che il divino in natura ci ha offerto in altre forme. Interrogatevi sull'organico e l'organicità, chiedetevi e cercate le risposte ai significati stessi di geneticamente modificato, prodotto di sintesi, contraffazione, taglio, sofisticazione, additivo, e tutto il vocabolario a riguardo, dividetelo in base alla vostra personale e meditata esperienza in due, mettete tutto su due colonne, separate i buoni dai cattivi. Ragionate sull'industrializzazione, su come essa possa rivelarsi sia buona che cattiva. Riflettete sulla buona o la malafede che spingono un coltivatore a lavorare in un modo o in un altro, o quelle che spingono un politico a redarre una legge piuttosto che un'altra, alle logiche dietro alle proibizioni e alle concessioni. Chiedetevi per quali ragioni l'editoria vi stia offrendo alcune letture e non altre, sul perché e per come si creano le mode e come mai certe cose non necessariamente più valide si impongano su altre che ad una attenta e saggia analisi si rivelano essere state ingiustamente accantonate. Leggete scrupolosamente gli ingredienti di ogni cosa che vi accingete a ingerire, e chiedetevi se i testi corrispondano al vero, se siano sufficientemente chiari. Per esempio, indagate sul vero significato della dicitura “aromi naturali” o “contiene sulfiti”. Studiate. Studiare non significa seguire il programma che ci viene proposto da un piano di studi calato dall'alto o suggeritoda un qualunque insegnante. Studiare non significa leggere questa mia lettera ed averla capita e
memorizzata. Studiare significa lasciare interrogativi aperti: chi è questo che ci scrive? Sta scrivendo anche a me oppure io non faccio parte della Gioventù Bruciata alla quale si rivolge? Se lui davvero ha fatto tutto quello che ci invita a fare, come mai non è presidente o direttore di qualche prestigioso organismo internazionale e invece fatica ad arrivare a fine mese? Studiare, studiare, studiare. Non leggere, ma imparare ad essere capaci di scegliere cosa leggere e leggerlo
attentamente con in parallelo l'arricchimento dell'universo delle sue corrispondenze metaforiche.
Studiare non le parole, ma studiare le loro geometrie, le sintassi sulle quali i pensieri si fanno frasi, e con questo sprigionano campi energetici di senso e valore.
Arricchitevi. Sfuggite al perverso meccanismo dell'utenza finale inconsapevole e passiva.
Autodeterminatevi. Non date niente per scontato. E ogni volta che vi verrebbe da crogiuolarvi nel godimento dell'aver trovato una risposta, ripensate a quanto vi ho detto: ogni causa è sempre l'effetto di altre cause che la determinano.
Vi auguro di trovare ciascuno la propria Fitostimoline
Castore Dioscuri