Vorrei attirare la vostra attenzione su una questione, l'arrivo della bella stagione ha dato il via alle corse addizionali, in aggiunta al normale orario, per l'isola di Capraia, sabato 30 aprile in occasione del Capraia rock trail la nave è ripartita dal porto mediceo alle ore 15,00 con soli 20 passeggeri, dati capitaneria, nonostante le condizioni meteo fossero ottimali e la nuova tariffazione per i residenti del comune di Livorno sia piuttosto vantaggiosa.
Si fa un gran parlare di inquinamento ed economia ma sulla base di questi dati mi pare chiaro lo spreco di tonnellate di gasolio con le conseguenze che comportano, lo spreco di denari elargiti dalla regione e la sensazione che sia un'operazione poco utile che in molti ignorano.
Antonia Rossi
Gentile Signora
In ordine alla sua segnalazione abbiamo interpellato il Sindaco di Capraia (e Presidente della Provincia di Livorno) Marida Bessi che ci ha chiarito quanto segue:
- La corsa in questione non era stata posta in essere ai fini della partecipazione al citato evento.
- Il Comune infatti aveva chiesto a Regione e Toremar che fossero calendarizzate 4 corse aggiuntive (segnatamente nei giorni: 30 Marzo, 13 Aprile, 18 Maggio e 28 Settembre) in partenza da Livorno nel primo pomeriggio.
La necessità era dettata dal fatto che in quelle date (sempre sabato) con la corsa "ordinaria" spostata alle 8.30 in partenza da Livorno non sarebbe stato consentito il rientro a Capraia degli studenti pendolari.
Ma ci consenta - gentile signora - di cogliere l'occasione per qualche "riflessione a margine".
Atteso che certamente è buona cosa limitare gli sprechi e contenere gli inquinamenti, pensiamo siano dovuti alle comunità insulari (anche piccole come quella di Capraia) dei livelli di servizi che non scendano sotto il limite della dignità.
Se ragionassimo sulla pura resa "economica" delle risorse pubbliche erogate, se a questa condizionassimo il loro ammontare, ai capraiesi non sarebbe destinata neanche la sola corsa giornaliera di collegamento col continente, così come non sarebbe possibile fornire loro assistenza medica, alcun servizio di istruzione pubblica, di poste etc.
Crediamo (al contrario) che lo Stato Italiano (nelle sue articolazioni) non spenda a sufficienza per le esigenze dei suoi circa 200.000 cittadini stanzialmente residenti, seminati nelle isole minori (lacustri e lagunari escluse).
Questo "gap" dei diritti esercitati, rispetto al resto degli italiani, già lo si avverte all'Elba - che resta comunque la terza isola per estensione e la quarta per popolazione, dove c'è un ospedale, un articolato sistema scolastico, offerte sociali e culturali etc - ma sicuramente cresce con il diminuire della consistenza numerica dei "presidi umani" rappresentati dalla popolazione che le abita, e con l'aumento delle distanze dal "continente".
Dissentiamo quindi - gentile signora - dalle sue osservazioni: non ci scandalizziamo affatto per una nave "sovvenzionata" che viaggia con "soli" 20 passeggeri verso un'isola minore, la stessa isola che spesso peraltro diventa "virtuosa suo malgrado" quanto al consumo di carburanti, con le navi che rimangono a banchina per le condizioni meteomarine, che non consentono neppure l'unico collegamento giornaliero.
Essere isolani, specie quando si spengono le luci del "circo turistico", nelle stagioni delle giornate corte - creda - sarà pure romantico, ma non è sempre comodo né facile.
sergio rossi