Il 24 aprile scorso ricorrevano 10 anni dalla prematura scomparsa di Luana Rovini giornalista del Tirreno brava, coraggiosa, colta e con la schiena drittissima; proprio lei, Luana, una sera, in quella specie di Centro Sociale a intermittenza che era la casa dove dimorava a Portoferraio, sbalordita di fronte all'ennesima "follia" amministrativa degli elbanesi DOC e d'importazione, mi disse: "Sergio qui siamo a Macondo! Questa è Macondo"
Fosse ancora tra di noi, Luana sarebbe ancor più convinta della sua similitudine tra i due luoghi dell'assurdo: la purtroppo concreta Elba ed il paese prodotto dai geniali incubi di Gabriel García Márquez.
Orbene, nel pieno turbine della campagna elettorale mi guardo intorno riflettendo a voce alta, anzi, già che ci sono, scrivendo.
Invecchiando ho imparato a non esprimere opinioni se non supportate da certezze fondate su informazioni attendibili e digerite.
Per questo non parlo di Marciana, nonostante che proprio là siano metà delle mie radici, non conosco abbastanza la fauna in lizza, anzi in lista, non sono preparato...
A Capoliveri noto che si confrontano due compagini che si accusano a vicenda di non essere abbastanza sinceramente contro la sciagura ecologica elbana del secolo che sarebbe il dissalatore di Mola. Favorevoli al dissalatore non pervenuti.
Ora io (rifacendomi a quanto sopra sull'arte dell'ignorare) visto anche come si sono rimescolate le stesse carte e persone, non saprei assegnare la palma del più antidissalatorio (men che mai quella di più ambientalista), e a dire la verità tenderei anche a delegare a veri tecnici e studiosi della materia la scelta sull'opportunità del dissalare, mi permetto però una chiosa.
Mettiamo che a furor di popolo il dissalatore cinico e baro non si faccia, e mettiamo che non siano ancora attive politiche alternative di produzione-minor dispersione-depurazione spinta e riuso (per le quali occorreranno comunque anni e investimenti da capogiro), e mettiamo che nel pieno della stagione turistica la preoccupantemente vetusta condotta sottomarina defunga e ci molli, o per altro accidente continentale vada in duratura impossibilità erogatoria, a cosa si attaccherebbero i capoliveresi e con loro gli elbani tutti? (la domanda è retorica, ma non siate volgari).
Veniamo a Portoferraio dove mi muovo meglio "because I know my chickens very well", direbbero a Oxford.
Nel capoluogo elbano in concorso ci sono 4 liste: una è di destra, una è di destra-centro, una di centro-destra e una di centro.
E la sinistra (che per inciso sarebbe anche casa mia)?
La sinistra ferajese è come "la bella alla finestra/che guarda in su e in giù/e aspetta il fidanzato/al canto del cuccù!" ma il fidanzato non è pervenuto manco lui... destinati a non contare un piffero nei secoli.
M5S? Solo una voce, quella dell'ex-candidato Coscarella, ma, tanto per aggiungere chiarezza, l'amico Claudio cita Zini e fa complimenti a Lanera. A posto!
Di bono c'è che, comunque, il vincitore cosmopolitano (ops... portoferraiese) è difficile che faccia rimpiangere il predecessore, un po' come accadde già alla Marina, quando un mio caro e velenoso amico commentò: "Deh, ma dopo dieci anni di Cimabue, anche se non fanno una sega, fanno un figurone".
Sì Luanina, questo è proprio Macondo
PS 1: Io a votare però ci vado, perché non regalo quel poco di esercizio democratico che mi spetta di diritto
PS 2: Mi sa che diversi a leggermi si incazzeranno, ma, poco male, mica so' candidato!
PS 3: A proposito di Cuccù, mi sono ricordato un antico canto di dileggio degli sconfitti alle amministrrative, che poco sportivamente si costumava nel versante riese, sempre sull'aria della "Bella alla finestra" e che recitata:
"Cuccù, cuccù/ cuccù, cuccù, cuccù/ le scale del comune/ non le salite più!"