Si può piangere come si piange un parente o un amico
per un vecchio pino di ampia chioma che respirava soffi
di tramontana fresca o di scirocco afoso, spolverini di
pioggia montana o di mare in burrasca. Che ascoltava il
chiasso dei bimbi a piedi scalzi e il loro girotondo, che
sentiva e registrava i racconti di pescatori e marittimi,
di contadini e artigiani seduti all'ombra sulla panchina.
A far scorrere le bobine delle tante registrazioni fatte,
in poco più di due secoli di vita, ci sarebbe da ridere a
crepapelle o da piangere a dirotto, per l'evocazione di
fatti e persone passati e nel rivivere vicende allegre e
vicende tristi: fatti rimpinzati di aggiunte emotive,
dallo scherzo improvviso, dalle non proprio bugie,
ma quegli spontanei abbellimenti e rigonfiamenti,
con colorazioni regalate da ciò che è trascorso e
dalla memoria che si infiocca e si abbandona alla
fantasia, all'amicizia, all'amore!
Manrico Murzi