Ciao Gianfranco
Ti ho conosciuto nel bel mezzo di un'utopia praticata, alla Bussola, che tentavi di gestire in cooperativa insieme ad un altro gruppo di "giovani compagni sognatori", sbarcati come marziani tra gli scettici ferajesi degli anni '80, eravamo diversi: io comunista ortodosso (benché inzuppato di storia dell'anarchismo e affascinato dai libertari) tu anarchico elban-carrarino ma capace di flessibilità e tolleranza. Eravamo (e siamo stati nel tempo) diversi, ma dal momento 0 abbiamo parlato come due che fossero cresciuti insieme, c'era tra di noi una corrente di empatia e amicizia.
Sai Gianfranco la qualità che più apprezzo nelle persone è la generosità, e tu eri davvero un generoso, la tua era una casa-mamma, dove c'era un bicchiere di vino, un pezzo di formaggio e una porzione abbondante di calore umano per chiunque ci arrivasse.
Ricordo e mai dimenticherò una serata infinita a casa tua, in giardino, con Les Anarchistes al completo ed un'altra brancata di gente, con un fitto scambio di battute tra me e Nicola Toscano (già... Nicola "partito" pure lui) e tu che "ridevi attento" interloquendo solo di tanto in tanto.
Tuo figlio-aggiunto, Benjamin, che mi ha dato la notizia che mi lasciato di sasso, mi ha chiesto anche di scrivere due righe per te, ma ora non ci riesco a scrivere "da professionista" un pezzo strutturato come si dovrebbe.
Scrivo senza riflettere, mi faccio portare da uno sgangherato mix di emozioni e ricordi che si affacciano per qualche secondo: il Primo Maggio tra il verde delle Fortezze ferajesi e "Nostra Patria è il mondo intero - nostra legge è la libertà - ed un pensiero - ribelle in cor ci sta"
Non hai mai smesso di sognare caro Gianfranco, amico Gianfranco, compagno Gianfranco.
Continua a sognare...
Un abbraccio a te e a tutti quelli a cui mancherai
sergio