Ci è giunta una nota dall'Agenzia Formativa della Confagricoltura Toscana, la quale ha scelto un acronimo che - complice la pronucia ferajese - con l'elisione della doppia "erre" suona un po'infelice: "ERATA" (corrige?).
Orbene lo scritto esordisce trionfalmente: "Ungulati, ecco la tecnologia innovativa ad ultrasuoni per proteggere le aziende e non provocare danni agli animali" e prosegue "Ultrarep-Ultrasound Animal Repeller è il progetto sperimentale che verrà presentato martedì 19 novembre alle ore 9.30 in Regione Toscana"
Poiché abbiamo scritto da pochi giorni che tra gli ungulati nocivi solo i cinghiali, si stima siano in italia due milioni (uno ogni trenta bipedi che la abitano), raccolte altre "diagnosi", secondo le quali noi elbani, molto più fortunati, ne ospitiamo 3000 (uno ogni dieci esemplari di Homo sapiens, una ventina per chilometro quadrato) e, considerato che si prospettavano misure preventive riguardanti anche le parecchie centinaia di mufloni (che quanto a rotture di coglioni e danni non hanno niente da invidiare ai suini pelosi di cui sopra), abbiamo proseguito nella lettura del testo qui di seguito riportato, esplicativo della "panacea" proposta:
Firenze, 14 novembre 2019 - Quella degli ungulati è ormai da anni un emergenza per l’agricoltura, la sicurezza pubblica e l’ambiente. Un problema a cui va trovata una soluzione definitiva e strutturale. Ultrarep, la tecnologia ad ultrasuoni per l'allontanamento degli ungulati selvatici può essere la risposta.
Della sua applicazione nelle tre aree pilota e dei suoi possibili ambiti di intervento se ne parlerà martedì 19 novembre dalle ore 9.30 a Palazzo Strozzi Sacrati, in piazza Duomo 10 a Firenze, nel corso del convegno promosso da E.R.A.T.A. (agenzia formativa di Confagricoltura Toscana "Progetto Ultrarep - Sistemi innovativi di difesa ULTRAsound Animal REPeller" per prevenire i danni alle colture causati dagli ungulati selvatici. Un progetto pilota che ha come obiettivo la protezione delle attività agricole e forestali con tecnologie innovative in grado di non arrecare danni agli animali. Avviato in via sperimentale in Toscana, è finanziato dal Bando “Sostegno per l'attuazione dei Piani Strategici (PS) e la costituzione e gestione dei Gruppi Operativi (GO) del Partenariato Europeo per l'Innovazione in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura (PEI-GO)" – annualità 2017.
Partners del progetto sono alcune imprese agricole toscane: Barone Ricasoli Spa Agricola (capofila), Società Agricola San Felice SpA, Azienda Agricola dell'Agnello Vilio, Azienda Agricola Meini Fabrizio. Con loro operano altri partners quali : NATECH Srl, CNIT-Consorzio Nazionale interuniversitario per le Telecomunicazioni, Dipartimento di Scienza della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Pavia, WWF Arezzo Onlus, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, E.R.A.T.A. - Ente di assistenza tecnica e formazione della Confagricoltura Toscana.
Aprirà i lavori l'Assessore regionale all'Agricoltura, Marco Remaschi, e seguiranno gli interventi di imprenditori ed esperti che daranno la misura del problema degli ungulati in Toscana e proporranno la soluzione con lo sviluppo del nuovo prototipo Ungulati, ecco la tecnologia innovativa ad ultrasuoni per proteggere le aziende e non provocare danni agli animali
Ultrarep-Ultrasound Animal Repeller è il progetto sperimentale che verrà presentato martedì 19 novembre alle ore 9.30 in Regione Toscana.
Orbene, si afferma che questo "scacciacignali" (un po' meno fico di Ultrarep-Ultrasound Animal Repeller eh?) non produrrà fastidi al resto della innocente fauna, pure domestica.
Prendiamola per bona, anche se si usa l'espressione "prototipo" e qualche perplessità sulle frequenze "tarate" su cinghiali e mufloni ci resta.
Prediamola per bona, anche se i cingnali sono bestie ad alta intelligente adattabilità (non ci stupiremmo se imparassero a tapparsi le orecchie per continuare a ronzicare in pace).
Ma il vero problema è un altro: Dove andranno i cingnali scacciati dal contadino ultrasonico?
Semplice... da un altro contadino sprovvisto, che sarà indotto anch'egli, così come chi semplicemente abita in campagna a diventare "scacciatore" e così via, con grande profusione di onde e quadrini (dei privati? pubblici?).
Tutto finché a coltivazioni e ville tutte protette, ai simpatici animaletti non resterà che razzolare in massa nella prossimità e dentro le aree urbanizzate con grande piacere della comuità ed i quelle protette perpetrando la devastazione in atto.
L'affare lo farà certamente chi mettera sul mercato gli aggeggi.
Quando perfino gli elbani (anche quelli con un Q.I. inferiore a quello del Sus scrofa, ce ne sono) arriverano a capire che queste bestie sono già un'emergenza ambientale, ed occorre un serio piano di ERADICAZIONE dei nocivi ungulati dall'Isola, senza perdersi dietro alle panzane, sarà, temiamo, troppo tardi.