"È Sufficiente rimanere calmi e vigili per trovare gli aspetti positivi di ogni avversità. Quando un acquazzone ci costringe a trovare riparo in un bosco, o sotto i rami spioventi di un albero, ecco che, in quegli anfratti, aguzzando la vista, avremmo occasione di scoprire qualche nuova meraviglia della corteccia, delle foglie o dei funghi ai nostri piedi. Ci interesseremmo ad un nuovo dettaglio dell'economia di un insetto, o familiarezzeremo con una cinciallegra. Avremmo tutto il tempo di studiare le nicchie e gli angoli della Natura".
Queste poche righe sono state scritte nel 1838 da un giovane di soli 21 anni di nome Henry David Thoreau. Perché tutto questo scribacchiare da parte mia? Perché ritengo utile che in questo momento difficile si guardi comunque avanti con fiducia ma anche cercando di apprezzare al meglio queste giornate di forzata attesa.
Facciamo sì insomma che questo periodo che stiamo vivendo non sia solo da buttare ma, al contrario, cerchiamo di capire che siamo noi e soltanto noi gli artefici della nostra felicità. Del resto è questo il succo di quelle poche frasi che ha scritto quasi due secoli fa quel giovane di soli 21 anni che, solo in seguito, contagiò una intera generazione. Thoreau diceva insomma che dobbiamo pensarci due volte prima di lamentarci delle circostanze, perché potrebbe essere per colpa della nostra disposizione nei confronti della vita se poi siamo infelici.
Ed allora anche io, nel mio piccolo, vi dico di andare a camminare, di dedicare tempo per voi stessi, di leggere un libro, di stare nella natura all'aperto per trovare la vostra felicità. Sfruttiamo insomma il privilegio di essere chiusi dentro la "nostra" isola bellissima, perché sono altre le persone che in questo momento hanno ragione di lamentarsi. E, quando al calar della sera, qualche rosea nuvola si adagia sul nostro mare, proviamo gioia e continuiamo ad essere felici nella nostra presenza perché è così che si superano al meglio i periodi bui.
Marco Cesareo