L’inverno si trasforma sempre in primavera (Daisaku Ikeda)
Basta guardarsi intorno per rendersi conto che c’è qualcosa di strano.
La via dove lavoro è deserta e lo scenario che appare ai miei occhi assomiglia a quello post apocalittico di un film di fantascienza. Una leggera brezza di scirocco ha intiepidito l’aria, ma un brivido scorre sul mio corpo. Non è solo il corpo a reagire, ma c’è qualcosa di più profondo, una sensazione di disagio a cui non so dare un nome. Un passante in lontananza col viso coperto da una sciarpa, mi riporta all’inaccettabile realtà. È uno dei pochi sopravvissuti all’attacco degli alieni distruttori: Covid-19 è la loro arma letale.
Forse un responsabile ce l’ho, ma devo capire il perché di tutto questo e trovare una risposta alla mia angoscia. Mi sento confuso e apatico, vorrei
credere in qualcosa, affidarmi a qualche credo religioso, ad una fede; questo mi aiuterebbe, ma non ce la faccio a demandare la mia responsabilità agli altri.
Potrei convincermi che sono stati gli alieni a diffondere questa pandemia batteriologica... la colpa si sa, non è mai nostra. Ma non posso mentire a me stesso, so benissimo che gli alieni non c’entrano un bel niente. Siamo noi umani la causa di tutte le malefatte a questo mondo. Quello che tocchiamo roviniamo e come conseguenza portiamo inquinamento, guerre, violenza e adesso questo virus. Dobbiamo alimentare il nostro ego, tutto in funzione dell’interesse personale. Alieno e alienato è colui che ancora non ha capito questo.
Continuo a guardare la strada deserta, i negozi chiusi, il silenzio è soffocante, provo a placare la mia l’angoscia senza riuscirci.
Anzi aumenta: è la paura della morte, di perdere la tua famiglia, le persone a cui vuoi bene, tutto quello che hai realizzato in una vita di sacrifici. Capisci di essere in un equilibrio precario, tutto quello a cui sei legato diventa effimero senza consistenza e...puff, in un battibaleno, non hai più niente tra le mani. Questo dovrebbe farti capire che di fronte al baratro, si azzera tutto, siamo tutti al solito livello, senza possibilità di scelta, ne’ raccomandazioni. Ricchi, poveri, belli, brutti, buoni, cattivi, bianchi e neri, non c’è alcuna differenza.
Siamo tutti sulla stessa barca...”o si beve o s’affoga!
La consapevolezza di questo è importante e realizzarlo può trasformare un momento di dolore e angoscia come questo, in una rinascita interiore.
Le persone che hanno vissuto drammi familiari o malattie degenerative, sanno bene che se non si sceglie d’affogare, possiamo trasformarci, riscoprendo
un’energia e un amore per la vita che non avremmo mai immaginato avere.
Allora, anche quei piccoli problemi quotidiani che ti facevano arrabbiare, diventano di una banalità estrema e capisci la tua limitatezza.
Ma anche nel Corona Virus c’è qualcosa che può esserci utile: dobbiamo riflettere su questo e trovare lo stimolo a cambiare, a rinnovarci, per diventare uomini diversi e consapevoli. Un uomo nuovo che vale per ciò che è e non per quello che possiede, consapevole di gestire da solo la sua vita e che nessuno può farlo al posto suo. Tutto nella vita viene e va, compreso questo male oscuro e “l’inverno si trasforma sempre in primavera.”
Roberto Fiaschi
Pagina FB “il tempo per riflettere”