C'era una volta un paese anzi una piccola città insulare nella quale ogni tanto si riusciva a organizzare qualcosa di vivace, intelligente e pure "culturalmente elevato".
Tra queste iniziative c'era da annoverare una mostra delle opere di Andrea Pazienza (allora da poco scomparso), che un gruppo di ardimentosi con gli Editori del Grifo a fare da capofila, allestì nei locali della Grotta Azzurra.
Correvano gli anni '90 e la mostra ebbe un successo più che discreto, furono migliaia i visitatori che nonostante il caldo quasi opprimente, che si pativa in quei locali, sostarono ammirando la mostra del geniale fumettista.
Tra questi ci furono alcuni "personaggi" che non elenco, facendo due eccezioni: una (per simpatia) per Roberto Freack Antoni, (pure lui, come Andrea volato nel vento troppo presto) che portò pure una birra fresca all'assetato "bigliettaio", fermandosi poi a discutere con lui con il culo poggiato sui gradini della scalinata, fuori dal locale, l'altra per opposta "cordiale antipatia" per un "potente della terra" nientemendo che Cesare Romiti il Boss della Fiat deceduto qualche giorno fa.
Il capitano d'industria, emblema del più egoistico liberismo (proveniente da qualche iniziativa che si era tenuta alla De Laugier), inaspettatamente, s'infilò seguito da un codazzo con passo deciso dentro la Grotta Azzurra.
L'occasione era ghiotta, e nonostante lo sguardo fulminante di un locale amministratore accodato, che sottolineava la scortesia che stavo compiendo verso l'illustre ospite, a voce alta avvertii "Dottore guardi che QUI si paga!"
Scattosamente Romiti tornò al banco, pagò i biglietti per tutta la comitiva, dette pro-forma un'occhiata agli stupendi lavori di Andrea (solo ai primi di quella sterminata esposizione) che dubito potesse comprendere, così sicuramente avversi alla sua visione del mondo, e dopo neanche due minuti, con una punta di disappunto disegnata in faccia, uscì con codazzo (ovviamente senza salutare l'irriverente bigliettaio) .
Mi venne da sorridere pensando che probabilmente, quando dalle cronache si fosse passati alla storia, e la memoria di Romiti fosse confinata, con tutta la sua spocchia, in un cantuccio di qualche manuale, magari, per la "gloriosa" marcia antioperaia dei 40.000, che ispirò, qualcuno continuerà a ridere e commuoversi davanti ai "lavori" di Andrea Pazienza, e ci sarà perfino qualche musicofilo che andrà ad ascoltarsi "Mi piaccion le Sbarbine" .